Donald Trump mercoledì sera ha ribadito il concetto di voler applicare dei dazi al 25% contro le merci europee: “È nata per fregare gli Stati Uniti”, ha detto così Donald Trump parlando dell’Ue. La Commissione Europea ha predicato calma, ma ha fatto intendere di avere tutti gli strumenti necessari per quella che sarebbe una guerra commerciale contro il suo più importante partner politico e commerciale. Bruxelles ha fatto intendere chiaramente che saprà reagire con fermezza e immediatezza: “È più di un anno che ci prepariamo a tutte le potenziali ripercussioni dei dazi. Siamo pronti ad affrontarli” ha così detto Olof Gill, portavoce per il commercio e la sicurezza economica. Adesso l’Ue attende la prossima mossa di Washington: “La palla è nel loro campo. Vediamo cosa faranno. Ma sarebbe meglio che evitassero di prendere misure sbagliate“, ha aggiunto il portavoce.
La Commissione Europea ha deciso di voler rispondere a muso duro, Ursula Von Der Leyen ha detto di essere pronta a dialogare ma non si vuole lasciare intimidire: “Nessuno ha da guadagnare in una guerra commerciale”. Fino ad ora Trump non ha risposto agli inviti di Von Der Leyen, non mostrandosi affatto propenso a instaurare un dialogo. Intanto il commissario europeo al commercio Maros Sefcovic si è recato alla Casa Bianca il 24 febbraio per intavolare trattative per un possibile accordo che faccia deporre l’ascia da guerra da parte di Washington. Sefcovic si è mostrato ottimista: “gli incontri sono stati produttivi (…) i negoziati sono in corso”. Durante la sua visita ha avuto un incontro con il ministro del commercio Howard Lutnick, con cui ha voluto fare il punto sui dati economici: “è vero che abbiamo un surplus di circa 150 miliardi di dollari sui beni. Ma gli Stati Uniti hanno un surplus abbastanza significativo, di oltre 100 miliardi, sui servizi; quindi, le due cose praticamente si compensano“, ha dettagliato Sefcovic. “Qui parliamo di circa 50 miliardi di euro di deficit (americano) nelle nostre relazioni commerciali, su un totale di 1.600 miliardi di dollari, non credo che sia qualcosa che non possiamo superare“.
Certo quello tra USA-Ue sembra un dialogo tra sordi, visto che Trump ha risposto che gli europei non vogliono acquistare le loro auto e i loro prodotti agricoli e che il deficit commerciale di 300 miliardi di dollari con l’Ue sia diventato insostenibile. Il botta e risposta tra le due parti non dà affatto chiarezza: “Stiamo cercando di capire cosa stia succedendo” ha riferito la Commissione Europea, per poi aggiungere “I dazi punitivi devono essere evitati. Non abbiamo dettagli sulla forma dei dazi (annunciati da Trump) Vedremo le loro ripercussioni e risponderemo se dovremo farlo” ha detto Gill.
Gli interrogativi in questa fase confusa delle interlocuzioni sono tanti, anche perché Trump oltre alle reboanti minacce pare non avere una chiara strategia su come voglia procedere: è davvero disposto a ingaggiare una guerra commerciale contro il resto del mondo? Gli USA sono davvero in grado di sostenerla? Come reagirà l’opinione pubblica americana? Wall Street appare nervosa e questa fumosità di Trump sulle misure che intende adottare non lascia dormire tranquilli i mercati americani.
Per ora i leader europei appaiono compatti. Il primo ministro spagnolo Pedro Sanchez ha detto come dovrà essere l’impegno dell’Ue nel difendersi da chi vorrà attaccare le economie europee, il futuro cancelliere tedesco Friedrich Merz non sembra affatto intenzionato a cedere alle pressioni di Trump, tutt’altro: Merz sta intrattenendo intense interlocuzioni con Emmanuel Macron per rinstaurare l’asse franco-tedesco, colonna portante di Bruxelles, ma ora indebolito dai rapporti poco felici tra il cancelliere uscente Olaf Scholz e Macron. L’Europa questa volta pare voler fare sul serio.