sabato, 23 Settembre 2023

Verso l’innalzamento dei limiti EMF. Un traguardo ottimista e razionale

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All’indomani della prima grande ondata pandemica, nel giugno 2020, con altre importanti Fondazioni culturali lanciammo un “Manifesto per lo sviluppo del 5G in Italia e per l’Italia”, che ebbe grande visibilità e diffusione. Era un momento molto complicato per tutti. Il paese usciva con difficoltà dal lockdown, dominavano paura e incertezza sul futuro, lo scetticismo verso la scienza era forse nel suo momento apicale. E i movimenti anti 5G creavano allarmi irresponsabili, strumentalizzando con cinismo i timori dei cittadini, addirittura divulgando il sospetto che potesse esserci un rapporto tra trasmissione del Coronavirus e sviluppo del 5G.

Ora possiamo sorridere di queste favole che allora circolavano, e che trovarono udienza finanche in molti Comuni, che si opposero al 5G con improbabili ordinanze sindacali. Intanto perché la scienza – con il vaccino – ha risposto con efficienza e rapidità alla crisi pandemica, ritrovando una credibilità fiaccata per molti anni dall’insorgenza dei movimenti populisti e antisistema. E poi perché le prime – e solo le prime, non ancora pienamente dispiegate – potenzialità del 5G stanno mostrando a tutti i benefici che da questa tecnologia possono derivare per la salute, il lavoro, lo sviluppo, la crescita sicura e ambientalmente sostenibile dell’intera società.

Una volta insediato il governo Draghi, dopo la parentesi oscura dei governi Conte, si cominciò anche a discutere del cosiddetto “innalzamento dei limiti”, e cioè dell’adeguamento in Italia agli standard in vigore nel resto d’Europa dei campi elettromagnetici, sia della densità di potenza (100 volte inferiore in Italia) che della densità di campo elettrico (10 volte inferiore). Limiti assurdi e anacronistici, che generano una grande difficoltà di implementazione della rete a banda ultralarga. E conseguenti performances peggiori dal punto di vista della velocità, della copertura dell’insieme dell’infrastruttura digitale. Insomma sono norme che concretamente impediscono all’Italia di correre verso il futuro.
Ma Draghi non mandò in porto questa misura, per resistenze e contrasti di varia natura.

Ora pare che l’attuale governo stia finalmente imboccando la strada giusta. La misura per l’innalzamento dei limiti dovrebbe essere assunta in queste ore. C’è da augurarsi di cuore che le ultime timidezze vengano meno. Sarebbe la premessa per fare un passo avanti verso la modernizzazione del Paese, e per il governo Meloni questa piccola misura sarebbe un punto all’attivo di non poco significato.

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