Blockchain può essere utilizzata in molti campi: brevetti, copyright, voto elettronico, contratti, monete online e gestione delle supply chain. Secondo alcuni potrebbe anche salvare l’ambiente.
I soldi magici di internet, noti anche come criptomonete, sono ai loro massimi storici. Gli esperti che si occupano di questo tema prevedono che un Bitcoin, la criptomoneta più famosa al mondo, presto varrà duemila dollari.
Il grande pregio delle criptomonete, che ne favorisce la vendita, è l’utilizzo di Blockchain per rendere affidabile la maggior parte delle operazioni. In un’economia basata su questo tipo di tecnologia, diventerebbero obsolete banche, carte di credito e altri organi finanziari. Gli appassionati ritengono che questi database decentralizzati e crittografati potrebbero anche eliminare intermediari finanziari inefficienti. Su Nature, il biologo conservazionista Guillaume Chapron sostiene che la Blockchain potrebbe persino salvare il pianeta.
Blockchain assegna una firma unica ad ogni pezzo di informazione. Se qualcuno modifica le informazioni, il codice unico assegnato non funziona più e rende subito chiaro che qualcosa di sospetto è in atto. Sulla catena di Bitcoin e delle altre cryptomonete, l’intera comunità controlla ogni tentativo di transazione per assicurarne l’unicità e prevenire le truffe legate ad una transazione doppia. Blockchain però può essere utile anche in altri campi. Walmart, infatti, ha recentemente dato vita ad una sperimentazione basata su Blockchain per combattere l’avvelenamento alimentare e gestire il ciclo de i rifiuti, seguendo il cibo dal fornitore allo scaffale del supermercato. Mettiamo il caso che un focolaio di salmonella colpisca Sioux City, Iowa. La catena di approvvigionamento di Walmart consentirebbe di rintracciare il prodotto contaminato in una fattoria di spinaci anche se fosse a Salinas, in California.
“Esistono crisi ambientali, come l’eccessivo sfruttamento delle risorse naturali e l’inquinamento, perché l’economia globale è piena di attori che stanno facendo affari senza seguire il principio di rendicontabilità”, spiega Chapron. “Quando vai a comprare qualcosa, non hai idea del luogo da cui proviene, come è fatta. Ci sono così tanti intermediari che è molto facile imbrogliare”. La truffa, in questo caso, avverrebbe da parte delle aziende, che mentono su dove gettano i loro rifiuti. E chiunque potrebbe farlo, compresi gli attori statali.
Chapron cita poi la proprietà fondiaria. Molti paesi promettono terre ai popoli indigeni, finchè poi non ritirano l’offerta appena scoprono che quelle terre si poggiano su del dolce e leggero petrolio. “I governi sono soliti costituire registri terrestri completamente nuovi e dire: Ehi, questa terra è nostra e nessuno vive qui “. Tale duplice negoziazione non sarebbe possibile se il paese definisse un proprio registro fondiario in una Blockchain. Alcuni paesi lo fanno già.
Blockchain migliorerebbe anche la trasparenza secondo Chapron. Molti prodotti di agricoltura sostenibile provengono da piccole comunità vulnerabili alla concussione e allo sfruttamento da parte di alcuni intermediari. Utilizzando qualcosa di simile al programma di sicurezza alimentare di Walmart, la blockchain potrebbe assicurare che una cernia lanciata sui banchi del mercato Tsukiji di Tokyo sia realmente arrivata da un pescatore in Indonesia.
La blockchain, afferma Chapron, può anche consentire incentivi finanziari per aiutare l’ambiente. Ad esempio, con i servizi bancari di Blockchain, gli agricoltori del Kenya potrebbero ottenere delle assicurazioni veloci e non corrotte ogni volta che un elefante entra nei loro campi. Blockchain potrebbe anche scoraggiare le corporazioni e i governi dal tornare indietro sulle loro promesse ambientali o a riportare progressi fasulli.
Anche l’ottimizzazione di programmi come quello della Walmart può apportare dei vantaggi all’ambiente. Circa un terzo del cibo della catena viene sprecato e molti di questi rifiuti si formano o perché il cibo viene trattato e spedito in modo improprio o immagazzinato da qualche parte della catena di approvvigionamento e marcisce.
Eliminare gli sprechi alimentari consentirebbe di risparmiare sulle risorse ma non risolverà la fame del mondo. Blockchain di certo, poi, non è magica: non puoi crittografare un pesce in Indonesia e aspettarti di vederlo sbucare a Tokyo, allevato in maniera sostenibile con i suoi occhi pieni e brillanti. Quello che però si può fare sulla catena di controllo è convincere la gente ad adottarla.
Questo però richiede molto di più della semplice diffusione di una rete internet affidabile in tutto il mondo. Le transazioni Blockchain sono teoricamente sicure, ma la sicurezza si basa su persone che seguono la loro personalizzata stringa di caratteri. Anche nel mondo sviluppato, esistono storie di persone che dispongono di chiavi private che sono state manomesse da hacker.
Molti governi e aziende probabilmente non sono felici di cedere la loro autorità ad un codice informatico. Anche gli intermediari potrebbero non esserne felici. “Il fatto che Blockchain sia una rete sicura non vuol dire che i suoi utenti lo saranno”, dice Steve Wilson, vice presidente della Constellation Research, specializzata nella privacy online. Le stesse tecniche forensi che l’FBI ha usato per sradicare il magnate di Silk Road e il produttore prolifico di Bitcoin, Ross Ulbrecht, potrebbero essere facilmente usate da agenti meno scrupolosi che vogliono remare contro gli agricoltori indigeni. Infine, Bitcoin e le altre criptomonete sono incredibilmente instabili”. Alcuni dicono che sarebbe bello pagare le persone nei paesi in via di sviluppo in criptomonete, ma non c’è nessuna promessa che una di queste valute esisterà nei prossimi due anni”, dice Wilson.
Chapron crede che il capitalismo risolverà questi ed altri problemi. Le transazioni, finanziarie e non, si basano sulla fiducia. E Blockchain forza la fiducia dei propri utenti. Inoltre, qualsiasi utente non attendibile non avrà successo in un sistema blockchain. La rivoluzione, dice Chapron, è inevitabile. “È come quando Gutenberg ha inventato la stampa, e all’improvviso qualcuno ha creato dei testi e li ha distribuiti” dice. “La Chiesa cattolica ha cercato di fermarli, ma le stampe si sono diffuse in modo così veloce e ampio che non ha potuto avere potere sulla loro diffusione”.
Blockchain non è magica, lo sappiamo, ma forse può fare miracoli.