Articolo di Simone Spinelli
Mercoledì 10 febbraio 2021 si è svolto il terzo appuntamento di talkFORenergy, sponsorizzato dalla Fondazione Ottimisti e Razionali e dallo Studio Legale Napoletano & Partners. Questa serie di incontri è volta a trattare il complesso quanto attuale tema della transizione energetica, collegando normativa e tecnica, attraverso il confronto tra autorevoli rappresentanti di mondi distanti sì, ma connessi e il cui dialogo risulta sempre più di fondamentale importanza.
Il terzo digital talk, dal titolo “Anche la CO2 è risorsa”, ha visto la partecipazione di Claudio Velardi, Presidente della Fondazione Ottimisti e Razionali, Paolo Carnevale, Amministratore Delegato di EniProgetti, Enrico Mariutti, Presidente dell’Istituto Alti Studi in Geopolitica e Scienze Ausiliarie e Nicola Mondelli, Responsabile Ricerca e Sviluppo di Rosetti Marino.
La tematica trattata è di stringente attualità data anche la pubblicazione il 12 gennaio scorso della bozza del Piano nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), che ha sollevato non poche polemiche per numerose lacune soprattutto nell’articolazione degli investimenti legati proprio all’implementazione delle tecnologie legate alla cattura, lo stoccaggio e l’utilizzo dell’anidride carbonica, che, in quest’ottica, cessa di essere un problema ed un semplice rifiuto, ma diventa un’opportunità, una risorsa sociale e, soprattutto economica.
Paolo Carnevale, Amministratore Delegato di EniProgetti, ha introdotto il tema sottolineando quello che è un aspetto fondamentale della transizione energetica, vale a dire il collegamento necessario tra gli investimenti e l’economicità e la sostenibilità degli stessi. La transizione energetica per l’appunto non deve rappresentare una diminuzione dell’efficienza delle aziende, ma, al contrario, essere un volano per un nuovo “Rinascimento industriale”. È proprio in quest’ottica che EniProgetti si sta muovendo, investendo in progetti produttivi volti alla decarbonizzazione: è questa per l’appunto lo snodo fondamentale per comprendere a pieno la transizione energetica. Non esiste un’unica strada da percorrere per raggiungere l’obiettivo posto dall’Unione Europea, vale a dire la totale decarbonizzazione del continente entro il 2050. È in questo senso che le tecnologie legate alla cattura e allo stoccaggio dell’anidride carbonica acquisiscono un ruolo sempre più centrale. La CCS è una tecnologia particolarmente promettente per tutti quei settori per cui ridurre l’impatto inquinante risulta essere particolarmente complesso: parliamo di settori quali l’industria pesante, la siderurgia, i cementifici, le aziende petrolchimiche. Ad oggi, nel mondo si contano 58 progetti pilota legati alla CCS che permettono la sottrazione di ben 127 milioni di tonnellate di CO2. Tra questi progetti appare opportuno citare “Northern Lights” in Norvegia e “Quest Carbon capture and storage” in Canada. EniProgetti, così come risulta evidente dalle parole di Carnevale, si sta muovendo proprio in quest’ottica, puntando forte sull’economia circolare, vedendo nell’anidride carbonica non più un rifiuto, ma una vera risorsa. In quest’ottica, appare fondamentale citare due progetti di EniProgetti: il primo, rivolto alla reazione dell’anidride carbonica con rocce basiche o ultrabasiche al fine di creare carbonato di magnesio e accelerare così naturalmente il processo naturale di produzione di cemento; il secondo permette, tramite micro alghe di assorbire il biossido di carbonio al fine di creare, una volta essiccate le alghe stesse, o una farina utile per l’industria farmaceutica, o bio-olio, utilizzato già come sostituto dell’olio di palma.
Il secondo intervento è stato quello di Enrico Mariutti, Presidente dell’Istituto Alti Studi di Geopolitica e Scienze Ausiliarie, che ha affrontato la tematica affermando come azzerare le emissioni di anidride carbonica, per l’avanzamento della stessa società capitalistica avutosi negli ultimi trent’anni, risulta essere un processo quanto mai complesso, se non controproducente. È proprio per questo che tecnologie come la cattura diretta dell’anidride carbonica e, in particolare, la CCS applicata agli impianti, devono essere incentivate. Mariutti ha infatti evidenziato come le energie rinnovabili, da decenni al centro del dibattito, soffrono di costi aggiuntivi altissimi, rendendo poco competitivo lo stesso mercato.
Nicola Mondelli, Responsabile Ricerca e Sviluppo di Rosetti Marino, ha evidenziato come dopo l’introduzione per i Paesi membri del meccanismo di scambio di quote di emissione, l’anidride carbonica deve essere vista come una risorsa. Infatti egli ha sviluppato il suo intervento chiarendo come il biossido di carbonio è già ampiamente utilizzato per la produzione di combustibili sintetici, sia liquidi che gassosi; combustibili organici; materiali da costruzione. Nell’ottica infatti di una filiera legata all’anidride carbonica, bisogna riconoscere le sorgenti di CO2, da queste permettere la cattura e la conversione, l’utilizzo del prodotto e il successivo smaltimento. A supporto di queste affermazioni, Mondelli ha portato numerosi esempi, tesi ad evidenziare le potenzialità economiche dell’anidride carbonica: impianti quali quello di Solothurn in Svizzera per la produzione di biometano, quello Covestro a Dormagen in Germania che permette la produzione di polioli, prodotti alla base dei poliuretani, schiume di alta qualità per calzature e autovetture, o l’impianto AVR a Duiven in Olanda per la carbonatazione accelerata per la produzione di calcestruzzo, sono già realtà affermate in tale ambito.
Il messaggio che questo talk ha voluto mandare è evidente anche da questa breve analisi degli interventi: la transizione energetica è possibile solo attraverso un’integrazione tra tecnologie pionieristiche, che, però, devono avere nell’anidride carbonica il focus principale. Vedendo in questa solo un rifiuto, uno scarto, non riusciremo a coglierne le potenzialità intrinseche che rappresentano ad oggi una opportunità socio economica senza precedenti.