Articolo di Luigi Santoro
Teresa Bellanova, Jacopo Giliberto, Chicco Testa, Claudio Spinaci e Claudio Velardi: questi i partecipanti all’Energy Talk sulle prospettive per la transizione energetica ed ecologica. L’incontro di ieri in partnership con Unem, dal titolo “Mobilità per tutti: il futuro dei nuovi carburanti” è stato moderato da Claudio Velardi, Presidente FOR.
Il futuro è già qui
La transizione per quanto riguarda il settore dei trasporti non è cosa semplice, come ha fatto notare Claudio Spinaci, Presidente Unione Energie per la Mobilità. Come mostrano le stime dell’Energy International Agency, il carburante prevalente, nel 2040, sarà ancora per l’81% liquido contro il 92% attuale. Cosa significa questo? Che non è possibile l’alternativa rinnovabile al combustibile di origine fossile? Non è così, a patto che il lavoro cominci adesso per non farsi trovare impreparati in futuro. Certo, la transizione ecologica è un obiettivo importante, lodevole anche, ma deve essere accompagnata necessariamente da una sostenibilità complessiva. A tal proposito, entro il 2050, l’obiettivo – promosso da UNEM e FuelsEurope – è la decarbonizzazione totale del trasporto su strada ed una forte decarbonizzazione di settori come aviazione e marina. Questa decarbonizzazione non avverrà eliminando i combustibili liquidi bensì sostituendo quelli odierni, che sono di origine fossile, con combustibili ottenuti da materie prime rinnovabili. Esistono già, in effetti, biocarburanti di prima generazione che saranno integrati gradualmente; allo stesso modo, si arriverà ai carburanti sintetici.
La questione è: mentre avanza la ricerca, cosa bisogna fare? Bisogna dare avvio alla trasformazione di quegli impianti, come le raffinerie, che oggi lavorano al 100% con il petrolio ma che dovranno, presto, lavorare nuove materie prime. Trasformare passo dopo passo impianti già esistenti senza fermarli: questa è la sfida, complessa, che richiede un punto di vista (europeo) di ampio respiro. Norme diverse, aggiornate, che tengano conto delle nuove esigenze – anche perché stiamo parlando di investimenti per decine e decine di miliardi.
Distribuzione, accessibilità e sostenibilità
Naturalmente è importante muoversi anche dal punto di vista della distribuzione, oltre che della ricerca; a tal proposito, come sottolineato da Jacopo Giliberto (Sole24Ore), ci sono due eventi recenti da tenere d’occhio. Il primo è l’acquisizione, da parte di Tamoil, delle 275 stazioni di servizio della spagnola Repsol; il secondo, che vede ancora protagonista Tamoil con Snam, è l’inaugurazione nell’area di servizio Tamoil di Paganella Est sull’Autobrennero della prima stazione di rifornimento di gas naturale compresso per auto che, in futuro, erogherà anche biometano – niente più CO2, insomma.
Due avvenimenti che indicano come qualcosa si stia muovendo anche in questo settore; ma perché è importante che se ne parli? Che si parli di accadimenti i cui effetti vedremo tra qualche anno? Perché è giusto che l’opinione pubblica, fondamentale attore per quanto riguarda la transizione energetica, riesca a districarsi tra le molte informazioni che riguardano il mondo dell’energia. Nello specifico, ad esempio, è importante che si sappia che il carbonio non è dannoso per l’atmosfera se viene prodotto a partire da combustibili biologici o di sintesi. In tal caso, non c’è impatto sull’atmosfera; è fondamentale, quindi, informare bene e in modo preciso.
Anche perché i cittadini, con tutte le complessità che questo termine porta, sono direttamente interessati da questi discorsi. Si deve evitare, ha detto Chicco Testa – Presidente Assoambiente – di rendere quelle che potremmo chiamare “tecnologie della transizione” accessibili esclusivamente ad una piccola élite; in altre parole, le politiche devono abbracciare tutti, non solo un piccolo segmento più ricco di popolazione tralasciando la maggioranza di essa. Insomma, l’auto elettrica piace a tutti ma è complicato implementarla su vasta scala. Bisogna partire da due dati: il primo è che è necessaria una valutazione di costi, altrimenti resta tutto teorico. Il secondo dato è che bisogna partire dai numeri, che ci dicono come, sul lungo periodo, i combustibili liquidi saranno ancora predominanti – anche se non avranno origine fossile.
Il cambiamento di tutti
Le parole di Teresa Bellanova, Viceministra delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, hanno colto nel segno: abbiamo di fronte sfide epocali ma la transizione energetica deve essere di tutti. Le parole d’ordine per le classi dirigenti sono realismo e visione; ora più che mai, se consideriamo il contesto in cui ci stiamo muovendo, ossia quello dell’emergenza pandemica. Non ci può essere sostenibilità ambientale senza sostenibilità sociale ed economica.
Un esempio: per anni i cittadini sono stati invitati ad utilizzare i mezzi di trasporto pubblico mentre in tempi recenti, a causa dell’emergenza COVID, ai cittadini è stato chiesto di evitare proprio quei mezzi pubblici poiché considerati non sicuri dal punto di vista sanitario. E ora? Bisognerà evitare che questi comportamenti di diffondano nuovamente. Non è giusto, però, far ricadere la responsabilità della transizione sempre e solo sui cittadini, sui lavoratori; è necessario indicare una direzione precisa ed attuare determinate politiche industriali. L’investimento sulla ricerca è fondamentale ma fondamentali sono anche gli investimenti nelle varie filiere interessate; e i progetti vanno valutati anche e soprattutto sulla base delle ricadute che hanno in termini di produzione di ricchezza sul territorio nazionale. Produzione e qualità del lavoro sono gli altri due termini chiave: bisogna anche supportare quelle imprese, ad esempio, che non sono in grado di sostenere da sole i costi della transizione (per dirne una, l’ammodernamento del parco macchine di un’azienda agricola di piccole dimensioni). Per riprendere le parole di Chicco Testa, non può e non deve, questa, diventare una battaglia di poche élite. Siamo, oggi, in grado di parlare di mobilità sostenibile e di emissioni zero? Siamo in grado di far seguire i fatti alle parole, evitando ti lasciare indietro i più sulla strada che porta al futuro green della transizione energetica?
Il prossimo appuntamento con talk FOR energy è previsto il 28 Aprile alle 17, per parlare dello sviluppo dell’eolico offshore.