domenica, 24 Settembre 2023

SPECIALE World Happiness Report 2017

Da non perdere

“Occuparsi della vita e della felicità dell’uomo è l’unico scopo legittimo di un buon governo” sosteneva qualche secolo fa Thomas Jefferson e allo stesso modo sembrano pensarla  i policy-makers e i rappresentanti delle ong che negli ultimi anni si sono messi al lavoro per orientare le loro azioni verso un importante obiettivo: creare le condizioni per rendere la popolazione il più felice possibile e – di conseguenza – il meno triste possibile.


Per questo, da più parti, istituzionali e non, si è imposto il bisogno sempre maggiore di scoprire quali sono i fattori che influiscono su questi sentimenti umani così fondamentali per la crescita, non solo degli individui, ma anche delle nazioni. Non è  una sorpresa infatti, che dagli studi effettuati in Europa risulti che, dalle elezioni del 1970, il livello di soddisfazione che gli individui percepiscono riguardo la loro vita è il miglior modo, ancora più importante della crescita economica, della disoccupazione o dell’inflazione, di prevedere se un governo in carica sarà rieletto.

Come prevedibile, non esiste un solo ed unico fattore, motore immobile che guida l’uomo verso la felicità. Il reddito, il lavoro, la salute, la vita familiare sono tutti, nessuno escluso, grandi catalizzatori di gioia ma la loro maggiore o minore concentrazione come influisce sulla felicità umana? In sintesi: tra questi qual è il fattore più importante e necessario?
Per rispondere a questa domanda dobbiamo tenere conto di due elementi.  Il primo: in ogni paese questi fattori non sono solo concentrati in maniera diversa ma ognuno di essi ha un’importanza specifica. Secondo: alcuni paesi presentano dei trend che possono essere raggruppati per similitudini geografiche e culturali. Ad esempio l’Europa presenta dei trend simili quando si analizza l’effetto che l’educazione ha sulla felicità, ma ciò non accade in Australia.

Quello a cui però dobbiamo prestare attenzione sono le circostanze, spesso diverse, che influiscono sulla vita umana. Quando infatti ad un individuo viene posta una domanda diretta su quanto sia soddisfatto della propria vita, è facile accorgersi che il suo giudizio è influenzato sia da fattori che agiscono in maniera immediata sulla sua percezione, sia da altri che, invece, si sono sedimentati nel corso della sua vita. È il caso delle esperienze infantili, del percorso scolastico seguito e del retaggio familiare che l’uomo si porta dietro.

Ovviamente la soddisfazione di un individuo adulto dipende, certo dal suo passato, ma anche – e in maniera significativa – da fattori che riguardano direttamente la sua vita da adulto. Il reddito, l’educazione, il lavoro, il contesto sociale in cui vive e agisce, l’avere un partner oppure no, l’avere commesso un crimine, la qualità della propria salute – fisica e mentale – sono tutti fattori che in parte hanno concorso al nostro sviluppo intellettuale, comportamentale ed emotivo durante la nostra infanzia e che a loro volta dipendono dalla famiglia e dall’educazione scolastica. Lo schema sopra riportato mostra anche che c’è un ampio raggio d’azione per influire sullo sviluppo di un individuo ad ogni età.

Prendiamo ad esempio la salute di un uomo. Non sorprende affatto che, a differenza delle prime analisi condotte sull’argomento benessere, quando si parla di salute dell’individuo ci si soffermi anche sulla sua salute mentale. Molte analisi hanno infatti chiarito che sia la soddisfazione umana sia la salute mentale sono degli stati soggettivi e spesso possono essere assimilati. Ma eliminare la salute mentale dalla grande equazione della felicità umana è possibile solo quando si parla di un oggetto misterioso, non misurabile, su cui influiscono la povertà, la disoccupazione, la malattia fisica. È indubitabile infatti che la salute mentale sia un fattore determinante nella vita di un individuo e quindi per registrare le variazioni nel grado di felicità e i fattori che la influenzano è necessario prendere in considerazione la salute mentale come fattore oggettivo: la salute mentale, quindi, diagnosticata o sottoposta a trattamento.

In tre dei paesi europei analizzati dal World Happiness Report 2017 la malattia mentale emerge come un fattore determinante, ancora più importante del reddito, del lavoro e della salute fisica. In Indonesia, utilizzata dal report come metro della differenza dai trend europei, la salute mentale, ad esempio, è importante ma molto meno del reddito. Nei paesi sottoposti all’indagine del report la salute fisica è importante ma in nessun paese questa è più importante della salute mentale.

Conoscendo quali sono i fattori che influenzano il raggiungimento della felicità possiamo scoprire come agire sulla tristezza, su una condizione di miseria e come eliminare ogni fattore di rischio, uno alla volta. Ma nessuno di questi fattori potrà essere eliminato completamente. Per questo è importante concentrare gli sforzi almeno verso una loro riduzione e iniziare a chiedersi cosa fare per sottrarre sempre più cittadini di insoddisfazione o infelicità per la propria vita.

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