Mister Bao atterra nella Milano cinese a pochi giorni dal primo derby della Madonnina orientale. Ex militare, oggi imprenditore, 47 anni, produce 80 mila automobili elettriche l’anno, terza industria del settore al mondo. Ha alle spalle il colosso Geely, quello che ha inglobato Volvo. In tre anni i suoi quadricicli Zd hanno conquistato anche le strade d’Italia. Da poche centinaia nel 2014 sono diventati 1.450, pronti a moltiplicarsi fino a 4.500 entro l’anno. Sono le automobiline gialle del car sharing Share’ngo che, zitte zitte, hanno invaso le città, insidiando la leadership di Car2go di Daimler-Mercedes (oltre duemila Smart) e di Enjoy di Eni (2.170 Fiat 500 rosse) laddove solo DriveNow (con 500 tra Mini e Bmw) osa competere. Tuttavia, quando gli si parla delle prospettive economiche l’espressione di Bao Wen Guang si fa pensierosa: «Dovrò essere paziente, so che non avrò un ritorno economico immediato». E infatti i bilanci di Share’ngo sono in rosso. Così come quelli di tutti gli altri concorrenti. Dalla Germania agli Stati Uniti.
Utenti (e fatturato) in crescita
È il paradosso del car sharing. Le auto in condivisione sono entrate nelle vite dei cittadini, integrando la rete del trasporto pubblico delle metropoli italiane. Semplici da usare, ci s’iscrive e si paga pochissimo, tra i 22 e i 34 centesimi al minuto. Vanno di moda, hanno un’immagine innovativa, incuriosiscono e si propongono di sostituire le auto in città. Nel 2016 gli utenti hanno sfondato quota un milione e i noleggi sono stati almeno 6,4 milioni. Ma quando si guarda ai bilanci, i numeri raccontano un’altra realtà, certo in fase di start up. Crescono i fatturati, ma crescono anche le perdite d’esercizio. Gli operatori non comunicano i dati, anche se dalle visure camerali si può osservare come nel 2015 Car2go Italia Srl abbia messo a bilancio costi di produzione (22,5 milioni) quasi doppi rispetto ai ricavi (12,3 milioni) e un perdita di esercizio di 7,5 milioni, in crescita rispetto agli 1,9 milioni del 2013 (per 1,5 milioni di fatturato) e ai 5,9 del 2014 (per ricavi da 9,2 milioni). Più difficile analizzare i conti di Enjoy dispersi nella società Eni Fuel Srl, o di DriveNow, non ancora disponibili.
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