lunedì, 25 Settembre 2023

Silicon Valley Bank: titoli di coda

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“Il settore bancario dell’area dell’euro è resiliente perché dispone di solide posizioni patrimoniali e di liquidità ed è forte perché abbiamo applicato a tutte le riforme normative concordate a livello internazionale dopo la crisi finanziaria globale”. Queste le parole della presidente della BCE Christine Lagarde, secondo fonti Ue, nel corso dell’ultimo Euro Summit che arrivano in concomitanza alla situazione dei Deutsche Bank, in forte ribasso in borsa.

Da circa un mese, il mercato bancario si trova in un periodo di forte incertezza, iniziato con il fallimento della Silicon Valley Bank e con la crisi di Credit Suisse, “salvata” grazie all’acquisizione da parte dell’Istituto Bancario UBS e con la partecipazione dei finanziamenti della Banca Centrale Svizzera. È proprio il fallimento della Silicon Valley Bank in USA a scatenare incertezza nel sistema bancario internazionale, destabilizzando il mondo finanziario ancora memore degli effetti causati dalla famosa crisi della Lehman Brothers del 2008. 

Il fallimento e le sue implicazioni 

Il crollo della Silicon Valley Bank ha evidenziato la vulnerabilità delle banche online mostrando la facilità di una fuga incontrollata di depositi. Non a caso, poco prima della dichiarazione di bancarotta sono stati prelevati 42 miliardi di dollari in meno di 24 ore, in quella che è stata una vera e propria corsa agli sportelli. Dietro il collasso della banca sono noti due fattori: il primo è il rallentamento dell’interesse da parte degli investitori verso il mercato delle startup americane e nei confronti delle aziende tecnologiche (i maggiori clienti della banca californiana). Il secondo  è strettamente correlato al rapido rialzo dei tassi di interesse, praticato negli ultimi mesi dalla Federal Reserve e dalla Bce, per fronteggiare l’aumento dell’inflazione.
La Silicon Valley Bank, come le altre banche, ha operato per un lungo periodo in un mondo a tassi zero. Ma, con l’avvio delle politiche di stretta monetaria, si è registrato contestualmente un drastico calo degli investimenti. Questo ha comportato l’incapacità delle startup di bruciare liquidità, mentre le banche hanno provato a investire su mercati più a rischio, emettendo – senza successo – obbligazioni e titoli. È in questo scenario che la Federal Reserve ha creato un Fondo da 25 miliardi di dollari al fine di immettere liquidità e bloccare così il contagio su altre banche statunitensi. Misura che si è rivelata di supporto alle startup in difficoltà sui mercati, nell’emissione di obbligazioni e titoli.

Cosa ha comportato il fallimento

Il fallimento della Silicon Valley Bank sta generando significative conseguenze sul sistema finanziario americano e internazionale con una pesante crisi dei mercati. In pochissimo tempo, i listini bancari hanno subito un forte tracollo nelle proprie quotazioni in borsa: sul mercato americano, la bancarotta della Banca californiana ha inciso soprattutto su realtà di più piccole dimensioni con caratteristiche affini alla Svb come la Signature Bank, la First Republic Banc o la PacWest Bancorp.
A preoccupare i mercati è il rischio che altre banche possano trovarsi in una situazione simile a quella della Silicon Valley Bank e che di conseguenza il contagio possa generare ansia e paure degli investitori finanziari. Resta aperta la nota su come scongiurare un possibile nuovo effetto Lehman Brother. 

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