Il soft power contro guerra e cleptocrazia
Quelli citati sono componenti fondamentali della stabilità, della sicurezza e della resilienza globale. Una dimostrazione di come, in una società aperta, il denaro non è per forza sterco del diavolo, ma l’opacità del denaro e del potere aiuta le autocrazie, la dittatura e la guerra.
Cosa può davvero far paura a (quelli come) Putin? L’unità dell’alleanza atlantica e il sostegno anche militare ai paesi vicini. Certo. Ma un potere fondato su una “cleptocrazia” oligarchica teme l’adozione di misure globali di trasparenza assoluta sui “destinatari finali” di aziende, conti e risorse economiche e finanziarie. Non si tratta più solo della lotta all’elusione, al profit shifting e alla evasione fiscale, ma della titolarità effettiva di enormi patrimoni illeciti finanziari e immobiliari (dal narcotraffico, ai profitti di maxi evasori, dittatori ed autocrati di ogni latitudine).
Negli Stati Uniti, come in Europa, il blocco mirato e selettivo di quei patrimoni è anche uno dei pochi deterrenti rimasti alle democrazie contro le autocrazie. Uno strumento graduabile ed efficace, quanto se non più della vendita di armi, del sostegno economico, o del supporto ai processi evolutivi autoctoni. La democrazia non si esporta ma forse si può fermare la cleptocrazia. Biden lo ha messo al centro di memorandum molto forte che definisce la lotta alla corruzione interesse strategico per la sicurezza nazionale
“La corruzione corrode la fiducia pubblica – dice il documento – ostacola una governance efficace; distorce i mercati e l’accesso equo ai servizi; mina gli sforzi di sviluppo; contribuisce alla fragilità nazionale, all’estremismo e alla migrazione; e fornisce ai leader autoritari un mezzo per minare le democrazie in tutto il mondo. Quando i leader rubano ai cittadini delle loro nazioni o gli oligarchi infrangono lo stato di diritto, la crescita economica rallenta, la disuguaglianza si allarga e la fiducia nel governo crolla.” Inoltre , è necessario “Ritenere responsabili le persone corrotte, le organizzazioni criminali transnazionali e i loro facilitatori, anche attraverso l’identificazione, il congelamento e il recupero dei beni rubati attraverso …azioni penali o di contrasto civile, avvisi e sanzioni e, ove possibile e opportuno, restituzione dei beni recuperati a beneficio dei cittadini danneggiati dalla corruzione“.
- L’Unione Europea si muove in qualche modo in questo solco; nonostante le differenze e sta facendo passi avanti nell’implementazione del rule of law, il rispetto dello stato di Diritto come criterio e condizione inderogabile alla erogazione di finanziamenti agli stati membri. Per evitare che il meccanismo di solidarietà, raggiunto con tanta fatica, venga vanificato da scelte egoistiche. L’arroganza e lo spregio con cui si stanno reagendo Ungheria, Polonia ed altri rischia di costare caro proprio a quei governi.

- La posizione del Regno Unito, tanto più dopo la Brexit, ha reso complesso svolgere un ruolo nella crisi Russo-Europea. Le difficoltà e le polemiche sul Premier si uniscono a quelle sul sistema di interessi di Downing Street, e si intrecciano con i difficili rapporti storici della Gran Bretagna con tanti Oligarchi Russi. I richiami ed i report di un think tank molto rispettato tra i conservatori come la “Henry Jackson Society” puntano, come i laburisti, ad una legge che imponga regole più chiare e la registrazione degli agenti stranieri, il FOLO (FOreign LObbying Act) simile al FARA negli USA.

In Italia la “lotta alla corruzione” s’è rivolta soprattutto contro la politica, attraverso processi mediatico-politici, per ragioni di potere, ed è spesso finita male. La criminalità organizzata ed una certa corruzione dal basso, dovuta a leggi mal concepite, aumentano proprio mentre diminuisce la corruzione percepita. Dove tutto passa per corruzione, la corruzione vera rischia di farla franca e di diffondere malaffare. Abbiamo troppo a lungo “vantato” una posizione “mediana” ed ipocrita tra democrazie ed autocrazie , e qualcuno nascondendosi dietro il sovranismo nazionalista ne ha approfittato. La difesa nazionale si fa scudo della difesa degli interessi commerciali delle aziende che “vendono”, senza guardare alle risorse da cui tutti dipendiamo: il gas russo o le tecnologie cinesi. Paesi ostili alle nostre alleanze, opachi nelle intenzioni come nel business e che già speculano sulle nostre dipendenze. Dobbiamo imporre trasparenza e reciprocità in tutti i campi. Emanciparci ed essere meno dipendenti. Chi controlla che cosa? Chi ha influenzato ed influenza, senza scoprirsi, la politica e la opinione pubblica, anche attraverso sofisticate tecnologie ? Chi controlla le backdoor della nostra sicurezza? La trasparenza e la accountability dei partner commerciali sono ormai armi indispensabili.
Articolo a cura di Massimo Micucci, Direttore Merco Italia