domenica, 24 Settembre 2023

Rigassificatore: dopo Piombino e Ravenna, sarà la volta di Gioia Tauro?

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Il GNL (Gas Naturale liquefatto) ha assunto estrema importanza per i sistemi energetici europei, aiutando gli stati nell’ardua sfida di emanciparsi dal gas russo nel più breve tempo possibile. Nonostante l’attivismo delle cancellerie europee nel trovare fornitori alternativi e affidabili, sono ancora pochi gli impianti in grado di rigassificare il GNL. Se la Spagna ha il 40% della capacità europea di rigassificazione, Italia e Germania, avendo storicamente puntato molto di più sull’approvvigionamento via gasdotto, possiedono una capacità residuale o nulla. Questo ha spinto i rispettivi Paesi a correre ai ripari, provvedendo ad acquistare unità galleggianti, le FSRU (floating storage rigassification unit), le quali comportano tempi di installazione ed utilizzo più brevi rispetto ai tradizionali impianti localizzati a terra. In Europa, il GNL avrà quote di mercato sempre più grandi, soprattutto nel settore dei trasporti pesanti, e ciò necessiterà di nuove infrastrutture tali da processare volumi crescenti.

I rigassificatori in Italia

Attualmente in Italia sono installati tre rigassificatori, GNL Italia a Panigaglia, OLT a Livorno e ADRIATIC LNG a Ravenna, rispettivamente per una capacità di rigassificazione annuale di 3,5 mld di m³, 3,75 mld di m³ e 9 mld di m³. Il rigassificatore di Panigaglia è stato il primo in ordine cronologico costruito in Italia, mentre gli impianti di Livorno e Ravenna, più recenti, sono unità galleggianti ancorate al largo della costa e collegati alla rete nazionale tramite un gasdotto sottomarino. La crisi energetica ha spinto il governo ad autorizzare nuovi impianti, affidando a Snam il mandato di acquisire due unità galleggianti per una capacità aggiuntiva di 10 mld di m³. Una volta messi in funzione, la capacità complessiva di rigassificazione presente in Italia sarà di circa 26,25 mld di m³ all’anno. Ma potrebbe non bastare.

Il progetto di Gioia Tauro

La situazione emergenziale ha ridato vita ad alcuni vecchi progetti, tra cui il rigassificatore nel porto di Gioia Tauro. L’idea di realizzare un impianto nello scalo calabrese risale al 2005, mentre il relativo processo autorizzativo si concluse nel 2012, quando l’allora Governo Monti diede il benestare all’opera. Negli anni a seguire nessun cantiere però è stato avviato. Nonostante l’impasse, nel 2015, LNG MEDGAS, la società formata da Iren e Sorgenia che dovrebbe costruire il rigassificatore, ha aggiornato il progetto. L’impianto è stato pensato per processare 12 mld di m³ all’anno, espandibili fino a 16, e prevede la realizzazione di un pontile di scarico esterno al porto, tale da consentire l’attracco di grandi navi metaniere senza condizionare le attività portuali. L’impianto di rigassificazione verrebbe invece posizionato nel retroporto in un’area di circa 47 ettari. L’opera prevede anche la costruzione di un deposito di stoccaggio di GNL da utilizzare sia per il rifornimento delle navi che per i mezzi terrestri. Il costo previsto per la realizzazione del rigassificatore è tra i 1,2-1,5 mld di euro, sostenuti esclusivamente da fondi privati. Se realizzato, il progetto iniziale dovrà essere rivisto, ma le autorizzazioni presentate in passato sono ancora valide. Inoltre, dovranno essere attuati alcuni adeguamenti all’infrastruttura nazionale di trasporto del gas per consentire ai nuovi volumi di percorrere la penisola da sud a nord.      

Il rigassificatore volano di sviluppo

Il rigassificatore di Gioia Tauro potrebbe espandere la capacità di rigassificazione del nostro paese a circa 38-40 mld di m³, coprendo poco più della metà degli attuali consumi di gas. Inoltre, la diversificazione degli approdi, renderebbe l’approvvigionamento energetico nazionale più dinamico e meno dipendente dai gasdotti. Lo sviluppo dei giacimenti presenti nel Mediterraneo Orientale amplieranno l’offerta di GNL, e date le difficoltà registrate nel realizzare gasdotti come l’EastMed, i rigassificatori rappresentano lo strumento più sicuro e flessibile per l’approvvigionamento di gas naturale. Inoltre, la realizzazione del rigassificatore comporterebbe diversi benefici per il porto di Gioia Tauro e non solo. In primis, offrire la possibilità alle navi di rifornirsi di GNL, ed essendo Gioia Tauro un porto di transhipment, questo permetterebbe un aumento dei traffici. A seguito della Direttiva Dafi, i porti inseriti nella rete TEN-T come Gioia Tauro, dovranno dotarsi di depositi GNL per il rifornimento delle navi. Lo stesso GNL potrebbe poi essere smistato nei depositi costieri, trasformando Gioia Tauro in un hub strategico nel Tirreno sia dal punto energetico che logistico. Un ulteriore beneficio è dato dalla possibilità di realizzare una piattaforma del freddo sfruttando l’energia prodotta per la trasformazione del gas liquido, e successivamente metterla a disposizione del distretto agroindustriale locale.

Verrà realizzato?

Il progetto è stato più volte ripreso dal presidente della Regione Calabria, Occhiuto, sottolineando l’importanza del rigassificatore sia in ottica locale che nazionale, ricordando che basta un Dpcm per rendere l’opera immediatamente realizzabile. Inoltre, durante il discorso di fiducia al Senato, il Presidente Meloni, riprendendo le parole di Occhiuto, ha sottolineato la necessità di costruire nuovi impianti per rendere l’Italia energeticamente più sicura. A fare eco alle dichiarazioni del presidente Occhiuto, è intervenuto anche il Presidente dell’Autorità Portuale Andrea Agostinelli, il quale si è detto favorevole al rigassificatore nel porto di Gioia Tauro. Alle aperture politiche favorevoli al rigassificatore, hanno fatto seguito quelle delle società interessate. L’AD Gianni Vittorio Armani ha confermato che Iren è pronta a fornire risorse e competenze necessarie alla realizzazione dell’infrastruttura e chiede che il sito di Gioia Tauro venga inserito nelle opere strategiche dal Governo. Posizioni ribadite anche da Sorgenia, sottolinenando che il rigassificatore potrà essere realizzato in soli quattro anni a patto che le autorità velocizzino i processi di autorizzazione. Infine, da registrare le dichiarazioni di Claudio Descalzi, AD di Eni, che seppur non coinvolto nel progetto, si è detto favorevole al rigassificatore di Gioia Tauro in quanto “permetterebbe al nostro paese di entrare in quella ridondanza di infrastrutture che fa tenere i prezzi più bassi”.   

Articolo a cura di Marcello Mocellin         

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