Sebbene negli ultimi tre mesi tutti i riflettori siano stati puntati sullo “scoglio” riforma penale, ormai definitivamente approvata in Senato, vale segnalare che il PNRR contiene, nella “missione giustizia”, anche molti altri interventi riformatori, che gradualmente porteranno ad un cambiamento radicale dell’ordinamento giudiziario.
Le operazioni annunciate sono infatti indirizzate alla riforma della giustizia civile, delle procedure di insolvenza, della giustizia tributaria e dell’ordinamento giudiziario.
Nel dettaglio le modifiche previste per la giustizia civile – «alla cui perdurante lentezza vengono imputati impatti negativi sugli investimenti e sulla produttività» – sono principalmente orientate alla semplificazione del rito, sia in primo grado che in appello, e soprattutto, all’implementazione del processo telematico.
In particolare, l’intervento di riforma civile contenuto nel PNRR è raggruppato in tre filoni:
- potenziamento degli strumenti alternativi al processo (ADR, arbitrato, negoziazione assistita e mediazione);
- intervento selettivo delle controversie attraverso un “filtro” per “sopprimere” le udienze potenzialmente superflue e ridurre i casi in cui il tribunale giudichi in composizione collegiale;
- modifiche al processo esecutivo e ai procedimenti speciali attraverso la semplificazione dei tempi e delle forme.
In aggiunta a queste misure sono prospettate anche grandi novità nel settore del contenzioso famiglia.
La previsione è infatti quella di realizzare un rito unitario comprensivo dei procedimenti di separazione, divorzio, affidamento e mantenimento dei figli nati fuori dal matrimonio.
È interessante rilevare come il cambiamento sia epocale: attualmente il contenzioso famiglia ha forma binaria con accesso distinto al tribunale per i minori e/o al tribunale ordinario.
Il criterio regolatore di competenza applicato tra i due uffici per l’attribuzione della causa è legato alla minore età/maggiore età dei soggetti interessati.
La trasformazione che si andrà a realizzare è tale che alle due strutture parallele si sostituirà un unico tribunale denominato “Tribunale per le persone, per i minorenni e per le famiglie”.
Tale tribunaleavrà la sezione distrettuale, presso ogni Corte d’appello, e le sezioni circondariali, in ogni sede di tribunale ordinario.
L’intervento previsto nel ddl civile mira quindi a prevedere un rito unificato ed un unico ufficio specializzato che sarà competente su tutte le questioni attinenti alla famiglia. Appare dunque chiaro come il fine perseguito sia quello della semplificazione delle forme e dei giudizi, ma vale specificare che tale semplificazione non potrà certo comportare una minore tutela dei soggetti interessati.
Anzi, in un’ottica garantista della persona umana, che permea l’intero Ordinamento, va condivisa la peculiare attenzione dedicata nel testo di riforma dal Legislatore alla difesa dei minori e al contrasto alle violenze domestiche e di genere, attraverso l’introduzione di forme di anticipazione della tutela e attraverso la predisposizione di maggiori garanzie per i soggetti più deboli.
Il giudice, infatti, avrà strumenti particolarmente efficaci e celeri, grazie ad un’abbreviazione dei termini processuali, per tutelare i minori maltrattati tramite procedure di affidamento a parenti idonei o a case-famiglia; ancora: saranno inserite disposizioni, che con abbreviazione dei termini sostanziali e processuali, tuteleranno la vittima sia dal convivente violento, che dalla vittimazione secondaria.
Il “nuovo” tribunale della famiglia sembra quindi essere proiettato, “in modo tempestivo”, a garantire tutte le tutele necessarie: in breve, non ci resta che aspettare il 2025 per l’entrata in vigore della riforma del diritto della famiglia.
Articolo a cura di Diotima Pagano