Il mare è l’acqua più pura e più impura: per i pesci essa è potabile e conserva loro la vita, per gli uomini essa è imbevibile e esiziale Eraclito
Il mare, nell’immaginario comune, è qualcosa di magico, puro e misterioso. Cosa succederebbe però se, al contrario delle parole di Eraclito, il mare diventasse velenoso anche per la flora e la fauna che lo abitano?
Secondo le ricerche del Wwf, nel Mar Mediterraneo ogni anno finiscono circa 570 mila tonnellate di plastica, che stanno inquinando e uccidendo lentamente l’ecosistema. In Sicilia, precisamente nella splendida cornice delle Isole Eolie, è partita una lodevole iniziativa proprio per far fronte a questa emergenza. Healty seas è un’Organizzazione non governativa inglese che da anni si occupa di sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema dell’inquinamento degli oceani. Lo scorso ottobre l‘organizzazione, in collaborazione con l’Aeolian Islands Preservation Fund e Blue Marine Foundation, ha dato vita ad una missione di sei giorni che ha permesso di recuperare oltre cinque tonnellate di reti da pesca abbandonate nei fondali marini. Il fondatore di Ghost Fishing che ha preso parte all’iniziativa, ha dichiarato: “Abbiamo celebrato la Giornata mondiale degli oceani implementando il nostro più grande progetto sviluppato ad oggi: i volontari subacquei di Ghost Fishing, provenienti da 3 paesi diversi, e i subacquei locali hanno preso parte a 5 immersioni in acque profonde e 6 nel porto di Lipari”.
Dai fondali sono stati recuperati prevalentemente attrezzi da pesca e reti che, una volta abbandonati, diventano vere e proprie trappole per gli animali che popolano il mare. Le reti, infatti, risultano invisibili dalla superficie dell’acqua ed intrappolano ed uccidono diverse specie. Il progetto ha coinvolto anche alcune classi delle scuole elementari per l’operazione Porto pulito. Il coinvolgimento dei giovani è fondamentale per sensibilizzare e far conoscere il tema in modo da formare, in maniera più consapevole, gli adulti di domani.
La vera novità di questa iniziativa però, risiede nell’uso dei materiali recuperati. Tutte le reti da pesca vengono interamente riciclate, per diventare materiale sostenibile per Acquafil. Questa azienda che da 50 anni produce fibre sintetiche, ha trasformato le reti in econyl grazie al quale verranno prodotte calze, costumi da bagno e abbigliamento. Acquafil è un esempio concreto di economia circolare perché rimette in commercio un prodotto che altrimenti sarebbe stato smaltito in modo errato con conseguente inquinamento dell’ambiente.
Anche il mondo della moda ha preso parte a questa iniziativa: Ovs, ad esempio, ha incentrato la sua campagna sulla salvaguardia degli oceani, lanciando le capsule Ocean Care, una collezione beachwear per uomo e bambino per sostenere la campagna di Healty seas. Anche Prada ha dato vita al progetto Re-Nylon, in cui la plastica recuperata in mare diventa un filo di nylon per le borse luxury.
Questo tipo di iniziative sono fondamentali per rendere le persone sempre più consapevoli e orientati alla protezione della bellezza che ci circonda perché, pensandoci bene, siamo tutti ospiti di passaggio ed il pianeta sarà l’eredità che lasceremo alle generazioni future.