venerdì, 09 Giugno 2023

Non basta la tecnologia

Da non perdere

Smart city. E’ il concetto emergente attorno al quale ruotano oggi più che mai iniziative e dibattiti relativi a crescita, efficienza e prosperità delle città.

Quando una città diventa smart? Quali sono i fattori che rendono possibile l’introduzione e lo sviluppo delle tecnologie e dei servizi smart e ne assicurano il successo?

Una città smart è una città sostenibile, competitiva e in cui si vive meglio. E’, insomma, una città intelligente, che sa stare al passo con le innovazioni e con la rivoluzione digitale. Il futuro delle nostre comunità e la capacità di rispondere in modo efficace ai bisogni dei cittadini sintetizza al meglio le sfide e le opportunità di questo secolo, protagonista di una vera e propria trasformazione digitale. Le città sono pertanto chiamate ad essere leader nelle pratiche per la sostenibilità intesa nei suoi tre livelli strettamente interconnessi: sostenibilità ambientale, ossia che gestisce al meglio le risorse; sostenibilità economica, intesa come crescita e riduzione dei divari reddituali e sostenibilità sociale, come sinonimo di inclusione, partecipazione e valorizzazione delle diversità.

Le applicazioni e i servizi di una smart city riguardano la mobilità, la scuola, il turismo, il government e la sanità. Per rendere sempre più smart queste aree è necessario utilizzare una serie di tecnologie e di strumenti hi-tech. Per tutti questi motivi la città intelligente è costellata di sensori che generano una grande quantità di dati i quali alimentano servizi più evoluti ed in tempo reale e permettono alle amministrazioni una gestione sempre più efficiente. E qui si inserisce il 5G, l’importanza della nuova generazione di connettività che, grazie alla bassa latenza sarà in grado di massimizzare l‘esperienza dell’utente, garantire elevate prestazioni e fornire servizi avanzati. È insomma il veicolo giusto per consentire alla città e ai cittadini la connettività migliore.

Ma è chiaro che non è sufficiente l’esistenza di tecnologie all’avanguardia perché le smart city possano essere declinate in un territorio. Le città sono fatte di persone, con sentimenti, impressioni e reazioni. E’ necessario che la città possegga alcune “soft skills”, quali ad esempio la diffusione di competenze digitali dentro e fuori le istituzioni. La tecnologia, infatti, fa bene nella misura in cui ognuno è in grado di saperla utilizzare. Al centro ci sono i cittadini e la necessità di investire in formazione. Coinvolgere, partecipare e fare rete sono gli ingredienti essenziali per trovare cittadini pronti e consapevoli al cambiamento.

Da dove iniziamo? Da un buon caffè lunedì 16 dicembre ore 9:30, immaginando insieme i prossimi passi da intraprendere per assicurare una transizione smart nelle nostre città.

 

Claudia Dionisi

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