sabato, 23 Settembre 2023

Nello Musumeci c’è

Da non perdere

In un epoca di personalità e politiche liquide, inafferrabili, iper-emotive, di rivoluzioni di fatto ed evocazioni palingenetiche finte, di Nello Musumeci si sa cosa dire. Un uomo di destra di lungo corso, con radici antiche tutte piantate nella assoluta unicità siciliana, ma con una lunghissima esperienza da politico europeo. Un profilo all’antica o meglio tradizionale (oggi torna di moda), in parte solitario, ma capace di rischiare, e che non ha mai risparmiato sorprese. Comunicatore (prima che fosse trendy), amante della buona “retorica”, più reazionario (nel senso inteso da Pasolini) che conservatore. Uno che dopo Berlusconi, Fini e Miccichè mette nome “Diventerà Bellissima” al suo movimento non è un nostalgico, pur non avendo mai nascosto e nè ”revocato” le sue radici nella cultura della destra storica. Non c’è forza politica che non abbia detto, quel che anche lui ripete, che il futuro della Sicilia dipende dai siciliani, ma troppo spesso le parole non hanno nemmeno mai messo i siciliani alla prova delle scelte. Cosa del resto difficilissima, viste le condizioni in cui versano le finanze dell’Assemblea da decenni.

Ha fatto rumore di recente, perció, la decisione di imporre criteri radicali sulle emissioni dell’industria della raffinazione, certo ispirata dalla “prosodia d’opera Verde” che ormai tutti intonano. Ma Musumeci sa bene che il 40% della industria italiana di trasformazione degli idrocarburi è rimasto tutto nell’isola e ai siciliani non sono rimaste molte altre industrie. Del resto, sono alcuni cambi di proprietà e di gestione ad aver preoccupato sindacato e popolazioni per il destino occupazionale. Se c’è una cosa che Musumeci ha molto chiara è che la Sicilia per esser bella deve restare verde, ma deve anche evitare spopolamento ed impoverimento, visto che, in epoca di “decrescite infelici”, non si può essere bellissime senza crescere. Non stupisce perciò che in una breve intervista sul tema della prospezioni geologiche e dell’eventuale sfruttamento di risorse minerarie sia stato breve “razionale e conseguente”. Le “prospezioni – ha detto – sono solo ricerche ed analisi. Quanto alla ipotesi di trivelle e di estrazioni, se c’è contrasto con l’ambiente non se ne parla assolutamente, se non è cosi le risorse esistenti debbono essere sfruttate”. Se si potessero ridurre gli antagonismi veri o inventati ad un dialogo ragionevole forse saremmo già fuori dal regno della paura e delle chiacchiere.

Nessuno può fare da solo e la politica ormai può funzionare e decidere solo se è il luogo di ragionevole dialogo con tutti gli stakeholder. O, come direbbe Musumeci, di “tutte le parti in causa”.

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