sabato, 25 Marzo 2023

Nel 2023 nel mondo circolerà un miliardo di autovetture. Ma intanto tutti comprano l’automobile.

Da non perdere

Città intasate e inquinate, traffico impossibile, file interminabili e semafori deficienti. Ma certo che la soluzione è il mezzo pubblico o l’auto condivisa, è evidente, tutti lo dicono e sostengono con vigore e convinzione. Tutti, salvo quelli che l’’automobile continuano a comprarla. E sono tanti, tantissimi. Nel solo 2016 (sono gli ultimi dati disponibili) sono stati 94 milioni. Sì, perché mentre si dice con convinzione una cosa, che è meglio prendere il bus, se ne fa un’altra e la si continua a fare in misura sempre crescente. Nel mondo (dati ANFIA, OICA, Fourin), il numero di autovetture acquistate ogni anno non fa che crescere: siamo passati dai 72 milioni del 2007 agli attuali 94, con un lieve calo nel 2008 e nel 2009 dovuto alla crisi (rispettivamente 68 e 66 milioni di autovetture vendute) e poi una rapida crescita, che vale, in percentuale, un più 42 per cento. Certo, si sa bene anche che il grande boom dell’auto è soprattutto cinese, con cifre da capogiro: nel 2016 in Cina sono state vendute 28 milioni di autovetture, nel 2012 meno di 20 milioni, nel 2007 erano meno di 10 milioni. Ma è anche vero che in Europa e in Nord America la crescita le vendite non ha subito arresti, se non nel biennio della crisi: in Germania, dopo qualche anno in cui il numero di autovetture immatricolate è rimasto stabile intorno ai 3,3 milioni all’anno, nel 2016 il mercato è schizzato a 3,7 milioni; in Francia da 2,2 a 2,5; perfino in Italia, ove le vendite erano da tempo sotto la soglia di 1,5 milioni di auto all’anno, siamo stabilmente al di sopra di quota 2 milioni. Mentre negli Stati Uniti si vendono ormai quasi 20 milioni di auto all’anno, altrettanti nel continente europeo, 47 milioni in Asia, di cui 5 in Giappone, 4 in India e, come si è detto, 28 in Cina. Totale, come abbiamo visto: 94 milioni, per un valore di quasi 2 mila miliardi di dollari all’anno, all’incirca tutto il debito pubblico italiano.

L’ostinato successo dell’auto a livello planetario, nasconde però una significativa redistribuzione della produzione, alla quale corrisponde naturalmente anche una redistribuzione della ricchezza che dalla produzione automobilistica deriva. Partiamo dagli Stati Uniti, che sono stati per un secolo il leader mondiale della produzione di automobili e dove, nel 2000, ne sono state fabbricate 12,7 milioni; nel 2005 gli Usa erano ancora leader, sempre con 12 milioni; stesso valore nel 2016, ma ormai secondo posto sul podio, perché i cinesi, che nel 2000 fabbricavano solo 2 milioni di auto, nel 2005 sono saliti a quota 6 milioni (+300 per cento in 5 anni!) e nel 2016 sono diventati leader mondiali con 28 milioni di auto prodotte. Il Giappone, eterno secondo con circa 10 milioni di auto prodotte è ormai al terzo posto. La Germania, che era terza nel 2000 con 5,5 milioni di autovetture è diventata quarta, nonostante sia salita a quota 6,2 milioni. La Francia, che nel 2000 era al quarto posto con 3,3 milioni di auto è scivolata all’undicesimo rango, con 2,2 milioni. Tengono duro Sud Corea, Spagna e Canada (rispettivamente da 3 a 4 milioni la prima e intorno a 3 milioni la seconda e il terzo), mentre Messico e Brasile aumentano sensibilmente (da 2 a 3,6 milioni il primo, da 1,7 a 2,2 il secondo) ed esplode l’India che passa da meno di un milione di auto prodotte nel 2000 al quinto posto assoluto nel 2016 con 4,5 milioni.

Risultato: nel mondo circolano oggi quasi 900 milioni di autovetture; di queste in Cina circolano 136 milioni, in India 22 e in Brasile 36, da confrontare con i 220 milioni che circolano in Europa e i 160 milioni dell’America del Nord. Ora, considerando che le previsioni più accreditate ci dicono che la crescita demografica del pianeta dovrebbe assestarsi soltanto verso il 2050, quando saremo 9,7 miliardi contro gli attuali 7,4, che nel 2030 il 60 per cento della popolazione mondiale vivrà in aree urbane (contro il 54% di oggi) e che il combinato disposto di questi due elementi fa prevedere una crescita della domanda di mobilità soprattutto in Asia, si arriva a fare previsioni al 2023 che fanno saltare qualsiasi buon proposito sulla crescita del trasporto pubblico (su scala mondiale, ovviamente), perché in quell’anno il parco circolante cinese sarà di 250 milioni di autovetture (esso da solo rappresenterà il 25% del totale mondiale, contro l’attuale 14%), mentre India più Asia senza Cina e Giappone passeranno dagli attuali 75 milioni di autovetture circolanti a circa 130 milioni, contro una Europa sostanzialmente stabile, un Nord America in lieve aumento (Giappone e la Sud Corea rimarranno come sono). Unica piccola consolazione: il solo paese dove, grazie a stringenti meccanismo normativi, le autovetture elettriche riscuotono un buon successo (più di mezzo milione di pezzi venduti lo scorso anno) è proprio la Cina.

 

di Stefano Bevacqua

[dt_quote]L’ostinato successo dell’auto a livello planetario, nasconde però una significativa redistribuzione della produzione, alla quale corrisponde naturalmente anche una redistribuzione della ricchezza che dalla produzione automobilistica deriva.[/dt_quote]
[dt_blog_masonry image_scale_animation_on_hover=”n” image_hover_bg_color=”n” bwb_columns=”desktop:1|h_tablet:1|v_tablet:1|phone:1″ dis_posts_total=”2″ content_alignment=”center” post_date=”n” post_category=”n” post_author=”n” post_comments=”n” post_content=”off” read_more_button=”off” category=”news”]

- Advertisement -spot_img

Talk For

F&NEWS