Grandi sconvolgimenti in casa Meta. Dopo l’annuncio del licenziamento di 11mila dipendenti – pari al 13% della forza lavoro dell’azienda – ne è seguito un altro analogo mercoledì 15 marzo, che ne aggiunge altri 10 mila. Il personale di Meta è passato da 86 mila a 65 mila unità in meno di 6 mesi. Il momento è particolarmente difficile, come ha detto l’AD Zuckerberg in varie occasioni, ma sembra che la valanga di fango non sia ancora finita. Giovedì 16, infatti, è rimbalzata su tutti i social la notizia che presto non sarebbe stato più possibile usare la musica per video, post, reel, storie, insomma qualunque tipo di attività sui social di Meta, cioè Facebook e Instagram. A meno di 24 ore dall’annuncio, anzi, il pomeriggio stesso di giovedì, gli utenti hanno trovato una library praticamente vuota sui social.
Un enorme danno soprattutto per Instagram, che già ha i suoi problemi per la concorrenza con TikTok, cresciuto moltissimo negli ultimi anni soprattutto fra i più giovani. C’è chi dice che Instagram sia morto, sconfitto dalla piattaforma made in China. Fa parte tutto della parabola discendente di Meta, che ha cominciato a dare avvisaglie di crisi soprattutto in fase post-pandemica.
SIAE vs Meta
“Purtroppo non siamo riusciti a rinnovare il nostro accordo di licenza con SIAE” ha comunicato un portavoce di Meta. “La tutela dei diritti d’autore di compositori e artisti è per noi una priorità e per questo motivo da oggi avvieremo la procedura per rimuovere i brani del repertorio SIAE nella nostra libreria musicale”. Presto detto, non c’è più musica sui social.
Le trattative, comunque, continuano. Non tutto è perduto. “Crediamo che sia un valore per l’intera industria musicale permettere alle persone di condividere e connettersi sulle nostre piattaforme utilizzando la musica che amano. Abbiamo accordi di licenza in oltre 150 paesi nel mondo, continueremo a impegnarci per raggiungere un accordo con SIAE che soddisfi tutte le parti”, prosegue la nota.
La SIAE, Società Italiana degli Autori ed Editori, è un’organizzazione senza scopo di lucro e si occupa della tutela del diritto d’autore. Esiste dal 1882 e gestisce 62 milioni di opere italiane e non. Ha fatto sentire presto la sua voce, in replica al comunicato di Meta sull’accordo, definendo la decisione di eliminare il repertorio SIAE come “unilaterale”, a negoziazione ancora in corso.
La cosiddetta decisione unilaterale di Meta di escludere il repertorio SIAE dalla propria library lascia sconcertati gli autori ed editori italiani.
“A SIAE viene richiesto di accettare una proposta unilaterale di Meta prescindendo da qualsiasi valutazione trasparente e condivisa dell’effettivo valore del repertorio”, in contrasto con la Direttiva Copyright. Il nodo del problema sarebbe infatti sulla trasparenza: sempre secondo quanto dice la SIAE, Meta non avrebbe condiviso i ricavi dovuti alle colonne sonore musicali per stabilire il compenso per autori ed editori italiani. Il tono della dichiarazione non è particolarmente benevolo: l’accordo era scaduto già il 1° gennaio 2023, e nonostante tutto, secondo quanto riportato, la SIAE ha continuato a permettere agli utenti di Meta di usare le sue canzoni e a cercare un accordo.
Non tutto è perduto
Nella giornata di venerdì al confronto a due Meta/SIAE si è aggiunto un terzo attore, Soundreef. Soundreef è un gestore indipendente dei diritti d’autore e detiene i diritti – del tutto o in parte – di autori e musicisti come Laura Pausini, J-AX, Ultimo, Giovanni Allevi, Fabrizio Moro, Gigi d’Alessio. Non proprio le seconde file. In sostanza, il ruolo di Soundreef, direttamente interessata, è di mediazione e negoziazione fra le parti. “L’esito della trattativa tra Meta e SIAE sta quindi danneggiando tutte le società di collecting operanti, in Italia e non”, ha dichiarato in un comunicato. Inoltre, si legge sempre nella nota, la società sta “lavorando per ripristinare sulle piattaforme Meta tutti i brani di cui amministra totalmente i diritti” e che eventualmente non ci dovesse essere un accordo, “farà valere i diritti in relazione ed in difesa del proprio repertorio”. Quindi, una parte del repertorio musicale italiano potrebbe essere ripristinato.
Finché Meta e SIAE non troveranno un punto di incontro, tutto il repertorio SIAE non sarà più utilizzabile su Facebook e Instagram. Inoltre, anche le storie e i post vecchi sono stati silenziati. Considerando quanto la musica sia importante per alcuni contenuti – pensiamo ai vlog oppure ai contenuti a scopo divulgativo – il danno è ingente. Il repertorio SIAE include la maggior parte della musica presente sulle piattaforme – basta guardare le library vuote -, in quanto SIAE ha avuto il monopolio sui diritti d’autore fino al 2018, anno in cui è stato stabilito che autori ed editori possono affidare a chi preferiscono le proprie royalties – da qui l’entrata in gioco di Soundreef.
Stando alle parole di SIAE, Meta se l’è cercata. Non è comunque detta l’ultima parola.