domenica, 24 Settembre 2023

Ma i terremoti possono essere provocati dagli uomini? Una risposta razionale e scientifica al servizio di Report

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Chi dorme non piglia pesci. Si sa. Mentre chi non dorme – come noi di FOR – rimane a guardare la trasmissione di Report fino all’ultimo servizio, quello in cui, puntata di martedì 13 maggio, si è parlato di possibili relazioni tra terremoti e attività umane di stoccaggio.

Il servizio ha ‘riacceso’ un faro sul terremoto dell’Emilia-Romagna del maggio 2012, ovvero quando si sospettò, senza fondatezze scientifiche, che il sisma fosse stato in qualche modo provocato dall’attività umana di estrazione degli idrocarburi. Considerata questa premessa, il servizio, partendo dalla Spagna e raggiungendo l’Italia, riprende nell’intervista a Peter Styles – presidente della Commissione ICHESE (International Commission on Hydrocarbon Exploration and Seismicity in the Emilia Region) dal 2012 al 2014 – le fila del discorso del lavoro della Commissione, istituita per indagare e verificare sulla situazione sismica nel territorio emiliano.

Considerate queste premesse, ci preme dire che, seguito per filo e per segno il servizio, abbiamo notato l’incompletezza e l’imprecisione di alcune delle informazioni riportate. Ecco perché ci teniamo a dare delle risposte adeguate, in chiave scientifica e razionale – come siamo soliti fare – sulle rilevanze che sono state mostrate nel corso del servizio. Andremo per ordine.

Partiamo dall’inizio

Pur volendo apprezzare lo sforzo di comparare l’Italia e la Spagna, l’idea di introdurre l’argomento dalla penisola iberica è di per sé un riferimento piuttosto forzato. Chi conosce e studia le Scienze della Terra e soprattutto la Geologia sa bene che ogni contesto geologico è diverso e materie del genere non possono essere “esportate” nel mondo (come invece si può fare con la matematica e la fisica): ecco allora che i geologi ci spiegano che Castor, il giacimento di stoccaggio ubicato in Spagna dove si sono riscontrati eventi sismici correlabili all’attività umana, ripreso nel servizio, è completamente diverso da quello di Minerbio, così come anche di Cavone e di tutti i giacimenti di stoccaggio in Italia.

Oltre la Spagna

Superati i Pirenei, il cuore del servizio è stato riservato a Peter Styles, noto geofisico e presidente della Commissione ICHESE tra il 2012 e il 2014, che ha riaperto le carte del vecchio Rapporto della Commissione pubblicato nel 2014. Lungi da noi dal voler riprendere e sottolineare le dichiarazioni del professor Styles, ci siamo accorti però che, in alcuni passaggi, le informazioni sono state riportate parzialmente. Si tratta, in questo caso, di dati su prove di pompaggio in sovrapressione che, a detta di quanto riporta il professor Styles nel servizio, non sarebbero stati disponibili alla commissione ICHESE: in realtà, i dati e le informazioni erano pubblici da prima che si insediasse la Commissione e pubblicati sul sito del Ministero dell’Ambiente per affiancare la procedura di Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) del dicembre 2012. Per precisare ulteriormente, la Commissione ICHESE è stata istituita l’11 dicembre 2012 e il suo Rapporto finale è datato febbraio 2014 e, inoltre, sia nel testo del Rapporto che nel suo allegato D sono citati, fra i dati disponibili alla Commissione, le attività di produzione e iniezione al giacimento Minerbio (dal 2010 al 2012). Insomma, i dati sulle prove effettuate alla fine del 2011, a differenza di quanto detto durante il servizio, erano disponibili.
Ad ogni modo, il Rapporto ICHESE conclude che “lo studio effettuato” al giacimento di stoccaggio di Minerbio “non ha trovato evidenze che possano associare la sequenza sismica del maggio 2012 in Emilia alle attività operative svolte nei campi di Spilamberto, Recovato, Minerbio e Casaglia”.

Che fine hanno fatto verifiche e revisioni?

Per continuare, Report non ha considerato, poi, le attività di monitoraggio condotte successivamente al 2014 dalle società che operano nei giacimenti e i controlli effettuati dal Ministero dello Sviluppo Economico, dalla Regione Emilia e dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV). Così come non ha esaminato la tantissima letteratura scientifica – soggetta, come si sa, a peer review – prodotta in questi anni da studiosi non solo italiani, ma anche internazionali che affermano che, nel caso del giacimento di Cavone e dello stoccaggio di Minerbio, non esiste relazione causa-effetto tra attività umana nel sottosuolo e attività sismica. Non solo. Report non considera il fatto che i dubbi e le domande poste dal Rapporto ICHESE – si badi bene, un rapporto non sottoposto a peer review – sono stati ampiamente superati sia dalle attività poste in essere dagli operatori, e assoggettate agli organismi di controllo e vigilanza (tutte attività e dati pubblici), sia dalla letteratura scientifica.

E l’INGV?

Infine, un ultimo appunto. Ci saremmo aspettati che Report coinvolgesse nel servizio anche gli esperti dell’INGV che stanno seguendo l’attività di monitoraggio e che proprio sabato prossimo presenteranno a Minerbio i dati della ricerca successiva al Rapporto ICHESE, così come previsto dagli “Indirizzi e linee guida per il monitoraggio della microsismicità e la subsidenza e della pressione dei pori” del gruppo di lavoro del Ministero dello Sviluppo economico (che prevedono una sperimentazione di due anni su tre progetti piloti, tra cui Minerbio).  La presenza degli esperti dell’INGV sarebbe stata dunque auspicabile e logica nell’ottica di permettere un confronto sulle rilevanze riportate.

Date queste evidenze, a cui – ribadiamo – tenevamo a fornire una spiegazione adeguata e razionale, vi poniamo le stesse domande che noi di FOR ci siamo posti di fronte al servizio: perché la denuncia del professor Styles arriverebbe, oggi, a 5 anni di distanza dalla chiusura del Rapporto ICHESE? E perché non si è pensato di coinvolgere anche gli esperti del settore? Non siamo stati (ancora) in grado di rispondere a questi due interrogativi, ma almeno speriamo intanto di aver chiarito le idee.  

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