sabato, 23 Settembre 2023

Ma cos’è la destra, cos’è la sinistra? Chi può dirlo

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Citando uno dei più grandi cantautori italiani, ci siamo chiesti se l’Italia di oggi potesse ancora rispondere – ammesso che lo abbia mai fatto – a due interrogativi sui quali partiti, politici, politologi, sindacati, sociologi, giornalisti, pensatori e bar vari si sono sempre accapigliati: ma cos’è la destra? Cos’è la sinistra? Impresa ardua che ci ha visti impegnati con Nazione Futura (Think Thank attivo dal 2017) nell’immaginare temi e relatori che incarnassero questi semplicissimi e complicatissimi quesiti e, magari, ci aiutassero a rispondere. Ci siamo riusciti? La risposta sincera è che non lo sappiamo. 

Ma mettendo un attimo da parte le domande, abbiamo la certezza di aver solleticato le sensibilità di pubblico (presente massicciamente dalla mattina alla sera) e panelist, che non hanno preso con leggerezza l’esercizio. I nodi della giustizia, il rapporto uomo-natura, la sfida dell’egemonia culturale, la scuola nella società che cambia, Stati e mercati nel mondo globale e poteri e limiti della leadership: questi i temi che, a parer nostro, meritano oggi una riflessione rispetto alla dicotomia di cui sopra. Alessandro Campi, Barbara Carfagna, Alfonso Celotto, Anna Paola Concia, Enrico Costa, Francesco Maria Del Vigo, Ernesto Galli Della Loggia, Francesco Giubilei, Paolo Macry, Luigi Marattin, Giovanna Melandri, Augusto Minzolini, Manuela Moreno, Corrado Ocone, Giovanni Orsina. David Parenzo, Flavia Perina, Ermete Realacci, Francesco Paolo Sisto, Chicco Testa, Giulio Tremonti, Giuseppe Valditara, Francesco Vecchi, Claudio Velardi e Luciano Violante hanno animato il dibattito, scontrandosi e argomentando tesi che hanno palesato sì distanze ideologiche, ma facendo anche emergere per lo più un confine non sempre chiaro e definito. 

Da qui, forse, una prima analisi: non è assolutamente detto che la distinzione tra destra e sinistra, per lo meno in questo spaccato di mondo, sia così netta. È capitato spesso, infatti, che i relatori quasi si meravigliassero di esporre tesi che, magari fino a qualche anno fa, avrebbero ritenute antitetiche rispetto alla propria ideologia. Le aree tematiche sono state individuate perché, crediamo, è a queste che il mondo del domani dovrebbe guardare, possibilmente partendo dall’oggi. Verrebbe quindi da dire che le vecchie categorie forse hanno fatto il loro tempo e che il loro guscio ormai è vuoto o serve solo mantenere qualche nostro pensiero al caldo, al sicuro, così da risparmiarci la fatica di fare i conti con un mondo diverso. Certo, questa è una lettura. Altri che hanno preso parte al dibattito o che vi hanno assistito potrebbero dire tranquillamente il contrario sostenendo che ieri, all’Hotel Savoy, hanno confermato la propria appartenenza ideologica – e guai se ci convincessimo del contrario. L’etichetta, potrebbero dire, serve a mantenere dritto il timone e creare il futuro sulla base di un pensiero democratico che, almeno idealmente, si esprime e si è sempre espresso sulle due direttrici madri o che magari il campione dei partecipanti non è pienamente rappresentativo dei due schieramenti. 

In ogni caso, il primo tentativo è stato soddisfacente e quasi speriamo che quest’ultima interpretazione – quella che vuole affermare con fermezza la distinzione tra destra e sinistra – sia maggioritaria, così ci rivediamo prossimamente per parlarne ancora.

Articolo a cura di Luca Grieco

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