Omag e le ragioni del successo del packaging italiano
Prendiamo una società fondata nel 1973 da quattro amici a una manciata di chilometri dalle spiagge di Cattolica. Una società che di mestiere fabbrica macchinari per altre aziende, in un settore, quello del packaging, dove la concorrenza internazionale negli ultimi anni è esplosa, lungo un asse che parte dalla Turchia e arriva fino alla Cina. Come si può assicurare un presente e un futuro a questa impresa? La risposta è una sola: imponendosi di alzare l’asticella della qualità. Fare cose difficili, farle usando tutto quello che la tecnologia permette. Lanciarsi a tutta velocità in una corsa dove i circuiti sono globali. Siamo a pochi chilometri anche da Tavullia, patria di Valentino Rossi, e quindi la missione sembra meno impossibile.
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Le verità sottaciute del “biologico”
Il SANA di Bologna, ormai colonizzato dalle lobby del biologico, presenta trionfalmente il cibo biologico con questi numeri di vendita: + 3,4% nei negozi biodedicati e +16% nella GDO. Un secondo dato è quello per cui il cibo biologico rappresenterebbe ormai il 3% dei volumi di vendita nella spesa alimentare.
Nessuno vuole mettere in discussione questi numeri perché rappresentano un trend reale, ciò che si discute è se i consumatori e l’opinione pubblica in generale conosce le verità che le lobby del biologico non ci dicono al fine di non intaccare il trend di crescita delle vendite e drogare il mercato. Qui ne elenchiamo e ne analizziamo alcune.
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Salute, ambiente, economia: la città progettata intorno alla bicicletta
La politica nella sua accezione migliore, secondo Paolo Ruffino, consulente dell’agenzia olandese Decisio (una società di ricerca che si occupa, tra i temi affrontati, anche di sviluppo economico a partire dall’uso della bicicletta), è uno dei fattori che ha reso i Paesi Bassi una nazione all’avanguardia nel settore della bicicletta, riuscendo a sfruttare al meglio le opportunità e i benefici non solo economici a cui può portare un uso diffuso delle due ruote.
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