domenica, 04 Giugno 2023

L’accordo “storico” dell’UE: risposte alle domande chiave

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Articolo di Arij Limam, CGTN

Traduzione di Carlo Minopoli

Ci sono voluti mesi di discussioni, disaccordi e litigi e un vertice di quasi cinque giorni, ma i leader dell’Unione Europea (UE) hanno finalmente concordato un piano “storico” per aiutare le loro economie malconcie a uscire dalla crisi del coronavirus.

L’accordo, che è stato raggiunto alla chiusura del vertice nelle prime ore di martedì mattina, rendendolo il secondo vertice più lungo in assoluto dell’UE, è stato descritto dal presidente, Charles Michel, come un “momento cardine” per l’Europa.

Esso apre la strada alla Commissione europea, organo esecutivo dell’UE, per raccogliere miliardi di euro sui mercati dei capitali per conto di tutti i 27 stati, un atto di solidarietà senza precedenti in quasi sette decenni di integrazione europea.

Ci sono tante domande intorno all’accordo, che riguardano soprattutto le sue dimensioni, i compromessi fatti per raggiungerlo, come sarà assegnato e quali paesi sono realmente destinati a trarre il massimo beneficio. Ecco la risposta ad alcune di esse.

Quanto è grande?

Enormi somme di denaro sono state inserite in questo pacchetto finanziario per riprendersi dalla crisi del COVID-19: un fondo di recupero da 750 miliardi di euro ($ 859 miliardi), per essere precisi, giustificato dalla più profonda recessione del continente dalla seconda guerra mondiale dovuta all’epidemia di coronavirus che ha chiuso le economie.

In prospettiva, il bilancio annuale dell’UE per il 2020 vale 172,5 bilioni di euro (197 bilioni di dollari) in impegni e 155,4 bilioni di euro (177,8 billioni di dollari) in pagamenti, che è stato concordato nell’aprile di quest’anno dopo diverse modifiche.

L’anno scorso nel 2019, prima che COVID-19 avesse questo impatto drammatico sulle economie europee, il bilancio dell’UE per l’anno era di 165,8 bilioni di euro (190 bilioni di dollari).

Cosa c’è di nuovo?

Per finanziare l’enorme piano di recupero del coronavirus, la commissione europea prenderà in prestito sui mercati finanziari, per conto di tutti e 27 gli stati, usando il suo rating di debito a tripla A, erogando 390 miliardi di euro ($ 446 miliardi) in sovvenzioni – meno dei 500 miliardi di euro inizialmente previsti ($ 572 miliardi). Altri 360 miliardi di euro ($ 412 miliardi) saranno disponibili in prestiti a basso costo.

La mossa è vista come un atto di solidarietà senza precedenti in quasi sette decenni di integrazione europea. Infatti, il ministro delle finanze tedesco, Olaf Scholz, lo ha indicato come il momento “Hamilton” dell’Europa in riferimento alla decisione di Alexander Hamilton di federalizzare i debiti degli Stati Uniti nel 1790. I commentatori hanno ribattuto sostenendo che la dichiarazione fosse esagerata, dato che non ci si sta muovendo verso “Gli Stati Uniti D’Europa”.

Non vi è inoltre alcuna certezza su come l’UE ripagherà i suoi debiti. Per rimborsare gli investitori, gli Stati membri dell’UE hanno concordato di creare nuove tasse comuni e alla Commissione è stato chiesto di proporre ulteriori tasse verdi più ampie, ma gli accordi su questo non saranno facili.

Quanto è verde?

Pur essendo fortemente simbolista, l’accordo è arrivato a scapito dei tagli ai finanziamenti integrativi per i programmi dell’UE.

L’accordo infatti assegna il 30 percento dell’intero pacchetto per la protezione del clima e afferma che tutte le spese devono contribuire all’obiettivo di riduzione delle emissioni dell’UE di zero netto entro il 2050. Ciò potrebbe comportare una spesa complessiva per il clima di circa 550 miliardi di euro (629 miliardi di dollari) nel periodo 2021-27. Una somma ingente, ma molto al di sotto dei 2,4 trilioni di euro ($ 2,7 trilioni) che i ricercatori indicano come necessari per raggiungere gli obiettivi climatici dell’UE.

Anche i sostenitori del Green New Deal affermano che ciò potrebbe non essere sufficiente, poiché il pacchetto include anche tagli ai programmi climatici chiave, tra cui InvestEU e Horizon Europe, e regole insufficienti per garantire che il denaro non supporti gli investimenti inquinanti.

È stato tagliato un “giusto fondo di transizione” per aiutare i paesi più poveri a ridurre le proprie emissioni di carbonio, che adesso riceveranno 17,5 miliardi di euro ($ 20 miliardi), meno della metà di quanto precedentemente proposto. Anche le condizioni per accedervi sono state ridotte, dando alla Polonia, produttrice di carbone, una parziale vittoria. Essa ha infatti la possibilità di poter accedere a metà del denaro disponibile senza firmare l’impegno dell’UE di emissioni nette zero entro il 2050, con grande disappunto dei sostenitori del clima.

Chi paga di più, chi ottiene di più?

Non è un segreto che questo pacchetto è stata una causa di divisione tra gli Stati membri.

Ma per raggiungere un accordo, vi sono stati compromessi da parte di tutti. Francia, Germania, Spagna e Italia sono state costrette ad accettare sovvenzioni di recupero meno generose di quanto si prospettava inizialmente a causa dell’opposizione dei paesi più ricchi del nord. Ma questi stati “frugali”, come vengono soprannominati (Austria, Danimarca, Paesi Bassi e Svezia), hanno a loro volta accettato di concedere sovvenzioni.

I frugals, tuttavia, hanno ottenuto sconti maggiori dal prossimo bilancio dell’UE, il che significa uno sconto sui loro contributi al bilancio. La riduzione annuale dell’Austria sarà raddoppiata a 565 milioni di euro (646 milioni di dollari) l’anno, mentre lo sconto olandese salterà da 1,57 miliardi di euro (1,8 miliardi di dollari) a 1,92 miliardi di euro (2,2 miliardi di dollari). Anche Danimarca e Svezia hanno ricevuto maggiori sconti.

In termini di quali paesi riceveranno di più, l’Italia emerge come uno dei maggiori beneficiari, in base al fatto che è stato uno dei peggiori colpiti dalla pandemia, con il primo ministro italiano che ha annunciato che avrebbe ricevuto 209 miliardi di euro (239 miliardi di dollari) – che rappresenta il 28 percento del fondo, di cui 81 miliardi di dollari ($ 93 miliardi) in sovvenzioni e 127 miliardi di dollari ($ 145 miliardi) in prestiti rimborsabili.

Per quanto riguarda la Spagna, anch’essa colpita gravemente, riceverà uno degli importi più alti. 140 miliardi di euro, poco più della metà che saranno erogati in sovvenzioni, mentre il resto sarà in prestiti da rimborsare.

La Romania ha dichiarato che otterrà 79,9 miliardi di euro ($ 92 miliardi) e la Grecia ha dichiarato che riceverà 72 miliardi di euro ($ 82 miliardi), ma non sono stati forniti dettagli su quanti di questi saranno sovvenzioni. Infine la Francia ha dichiarato che otterrà sussidi per 40 miliardi di euro ($ 46 miliardi), molto più bassi dei suoi vicini.

Per molti commentatori, tuttavia, l’Ungheria e la Polonia emergono probabilmente come i maggiori vincitori, non in termini di denaro forse, ma di indennità. Questi governi, che sono entrambi indagati dall’UE per aver minato un sistema giudiziario indipendente, hanno combattuto con successo per garantire che i fondi dell’UE non fossero collegati allo stato di diritto.

Ma la tedesca Angela Merkel, insieme ad altri leader, ha lavorato a un piano di compromesso che consente a una maggioranza ponderata di governi dell’UE di bloccare i pagamenti a un paese per violazioni dello stato di diritto.

Il piano di risanamento deve ora affrontare un passaggio potenzialmente difficile attraverso il Parlamento europeo e deve essere ratificato da tutti gli Stati dell’UE. I primi soldi probabilmente non raggiungeranno l’economia reale prima della metà del prossimo anno, dicono gli economisti.

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