La Commissione europea ha pubblicato ieri sul suo sito internet il secondo rapporto sull’Energy Union per fare il punto sullo stato della transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio. La relazione, che esamina i progressi compiuti dopo la pubblicazione del primo rapporto a novembre 2015, evidenzia il progresso compiuto dall’Ue per raggiungere gli obiettivi del 2020 in materia di efficienza energetica, emissioni di energia rinnovabile e di gas serra.
Per il vicepresidente responsabile per l’Unione energetica, Maroš Šefčovič, occorre accelerare la modernizzazione di tutta l’economia europea in un modo socialmente equo. “Ora che gran parte delle proposte legislative sono sul tavolo, dovrebbe essere l’anno della loro attuazione. Questo è il messaggio che porterò agli Stati membri nel corso del nuovo tour Unione Energia, che lancerò il 3 febbraio“.
Sul punto è intervenuto anche il commissario per l’Azione clima ed energia, Miguel Arias Cañete, secondo il quale l’Europa starebbe portando avanti la transizione verso l’energia pulita. “I fatti parlano da soli – ha chiarito Cañete – l’energia rinnovabile è ora a costi competitivi, a volte meno costosi rispetto ai combustibili fossili, e impiega oltre un milione di persone in Europa”.
La Commissione effettuerà ulteriori analisi delle politiche degli Stati membri nel corso dell’Energy Union Tour 2017. Il 2016, da poco concluso, è stato l’anno in cui la visione della strategia quadro dell’Unione energetica è stata tradotta in iniziative legislative e non legislative, soprattutto con il pacchetto “Clean Energy“, presentato il 30 novembre 2016. Tra gli obiettivi a oggi raggiunti c’è anche la riduzione delle emissioni di gas serra, che nel 2015 sono stati il 22% al di sotto del livello del 1990. Dai dati del 2014, l’Ue sarebbe sulla buona strada anche nel settore delle rinnovabili, che hanno raggiunto il 16% del consumo finale lordo di energia nell’Unione europea.
Un’altra tendenza di non poca importanza è l’aumento della crescita economica dell’Ue che va di pari passo con la diminuzione delle emissioni di gas serra. Durante il periodo 1990-2015 il Pil è cresciuto del 50%, mentre le emissioni totali sono diminuite del 22%.
Per la Commissione, in un contesto geopolitico in rapida evoluzione, il successo dell’Unione energetica è fondamentale per proteggere gli interessi economici a lungo termine e il benessere dell’Europa e degli europei. Per questo motivo il lavoro sull’Unione energetica negli ultimi mesi ha incluso un focus sull’’approvvigionamento, così da aumentare anche la competitività industriale dell’Ue.