domenica, 04 Giugno 2023

Italia e fondi UE: Il filo che lega Covid e mafia

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Di Carlo Minopoli

“Di certo i Paesi dell’Unione europea dovrebbero aiutarsi nel fronteggiare l’emergenza coronavirus. Ma senza nessun limite? Senza alcun controllo? In Italia, la mafia sta solo aspettando di mettere le mani sulla nuova pioggia di soldi in arrivo Bruxelles.”

Queste sono le parole riportate sul quotidiano tedesco conservatore Die Welt, lo scorso 9 Aprile. La controversa dichiarazione si basa sulla lunga storia che lega la mafia in Italia ai fondi strutturali europei. Ora, durante la pandemia del Covid-19, cresce la preoccupazione che la grande organizzazione criminale possa insediarsi in maniera più profonda nel tessuto sociale. In particolare, ciò potrebbe avvenire per la capacità, che la mafia ha mostrato in più occasioni, di “sostituire” lo Stato legittimo. La questione riguarda soprattutto i lavoratori informali, oggi bloccati dalla pandemia: “Alla mafia piace dipingersi come se avesse qualità rassicuranti in momenti in cui l’autorità statale è percepita come più debole” dichiara Nicola Morra, membro del Senato della Repubblica Italiana. “Il procuratore Gratteri ha sottolineato che in aree particolarmente svantaggiate, offrire anche 30 euro al giorno potrebbe essere un’ancora di salvezza per coloro che soffrono della tragedia. La mafia lo capisce ed è in grado di rispondere in modo molto più rapido ed efficiente di alcuni stati.”

La mafia si è distinta negli anni per investimenti mirati nei momenti di crisi. Non solo nel mercato della droga, ma negli ultimi anni anche nel mercato finanziario e nelle piccole imprese. Operazioni che servono anzitutto a guadagnare la fiducia dei piccoli commercianti, ma ovviamente finiscono per indebolire la democrazia: “I gruppi mafiosi si oppongono a qualsiasi forma di democrazia. Certo, operano all’interno delle democrazie, ma non lavorano per sostenerle attivamente” ci spiega Federico Cafiero De Raho, magistrato italiano ed attuale Procuratore nazionale antimafia, in carica dal novembre 2017. “Una democrazia è il riflesso dei desideri del popolo, di tutti i suoi desideri espressi attraverso le istituzioni di una democrazia. La mafia tende invece a favorire i rapporti solo con coloro nelle cui mani è concentrato il potere.”

E’ per questo motivo che la criminalità organizzata si insedia principalmente in settori di importanza strategica, come l’assistenza sanitaria. Il punto fondamentale è che queste infiltrazioni si presentano addirittura come positive in un primo momento, ma sono legate a due conseguenze classiche di gravi crisi economiche: lo sfruttamento delle attività vicine al collasso, che diventano una preda facile, in modo da dislocare in tutta sicurezza le ingenti somme di denaro di cui la mafia dispone, e il fatto che lo Stato inietti liquidità nell’economia per affrontare la crisi.

“La crisi, ovviamente, riguarda tutti” ha dichiarato il generale Giuseppe Governale, capo della Direzione Investigativa Antimafia all’Agenzia di Stampa Tedesca (DPA) a fine marzo: “ma la criminalità organizzata ha già dimostrato una resilienza invidiabile in passato, ad esempio durante la crisi finanziaria del 2008. Accettano di perdere un po’ dei loro affari e aspettano tempi migliori”.

Le armi da dispiegare non sono diverse da quelle già viste, e in questo l’Italia ha il favore dell’esperienza che ha maturato nella lotta alla mafia. “Rimango convinto che le istituzioni politiche e democratiche, a partire dagli Stati, debbano agire immediatamente in solidarietà con la popolazione. Più queste risorse vengono ritardate, più saranno inefficaci.” Queste le parole di Nicola Morra, che si affiancano a quelle di Federico Cafiero De Raho: “Credo che ogni cittadino abbia un ruolo cruciale da svolgere: riunirsi e collaborare. Quando dico collaborare, è ovvio che non mi riferisco alla collaborazione con attori criminali o all’impegno in attività criminali. Sto parlando di riferire alle autorità. Nel mondo degli affari, quando una figura nuova e sconosciuta entra nel mercato, la gente lo sa, perché la gente parla.”

Informazione, quindi, e senso civico di collaborazione con le istituzioni, restano le armi principali per combattere questa battaglia. E riguardano ognuno di noi. E’ il singolo cittadino, la più potente difesa di cui lo Stato dispone per combattere la criminalità organizzata.

Sergio Nazzaro – Global Initiative: A parallel contagion: Is mafia entrepreneurship exploiting the pandemic?

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