Non sono contemplate nuove attività di ricerca per l’individuazione di giacimenti diversi da quelli in coltivazione. Le uniche fattispecie di attività contemplate, anche in caso di modifica di programmi di sviluppo, sono quelle funzionali a garantire l’esercizio degli impianti nonché a consentire il recupero delle riserve.
Lo ha detto il sottosegretario al ministero dello Sviluppo economico Ivan Scalfarotto rispondendo congiuntamente in X commissione di Montecitorio alle interrogazioni presentate da Dario Ginefra (Pd) e da Diego Crivellari (Pd) sulle possibili criticità del decreto 7 dicembre 2016 del MISE che disciplina il rilascio e l’esercizio dei titoli minerari per la prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi liquidi e gassosi.
Scalfarotto ha ribadito che il decreto non concede nessuna nuova apertura, ma regolamenta le procedure da seguire in tutti quei casi in cui l’operatore, per l’esigenza di adeguare le tecnologie impiantistiche alle best practices europee, debba necessariamente ottenere dall’amministrazione le relative autorizzazioni, previa Valutazione d’Impatto Ambientale.
“Coerentemente con l’indirizzo espresso nel decreto ministeriale – ha proseguito il sottosegretario – saranno a breve dettagliate le operazioni e le attività di cui si tratta nelle apposite procedure esecutive messe a punto dalle Direzioni competenti del ministero dello Sviluppo economico e in corso di emanazione”. Attraverso le nuove procedure, quindi, le sole attività finalizzate al completamento della produzione dei giacimenti già in coltivazione potranno essere autorizzate, previa istruttoria ministeriale, VIA e l’esame da parte del neocostituito Comitato per la Sicurezza Offshore.