domenica, 04 Giugno 2023

POST-MILLENNIALS, LA GENERAZIONE CHE NON T’ASPETTI

Da non perdere

I giovani italiani sono molto diversi da come vengono spesso rappresentati. Sono ambiziosi, danno un ampio valore ai diritti civili e vedono il lavoro come un mezzo per viaggiare e conoscere nuove persone.


 

Lo sostiene uno studio della Varkey Foundation che, con il report What the world’s young people think and feel, regala uno sguardo d’insieme su ciò che sente e che pensa la tanto discussa quanto poco compresa Generazione Z. La Fondazione inglese, fino al 26 ottobre 2016, ha condotto in partnership con Populus un sondaggio online rivolto a 20.088 giovani di 20 paesi del mondo, scelti per rappresentare il più ampio e corretto campione possibile. In Italia sono stati interessati dal sondaggio 1.050 ragazzi dai 15 ai 21 anni che, come i propri coetanei, hanno risposto a domande specifiche riguardanti la percezione del loro grado generale di benessere, di felicità e su cosa essi reputano importante per il proprio futuro, per la propria carriera e per la propria vita.

Sui post-millennials italiani, il report fornisce dati piuttosto simili a quelli degli altri paesi europei riguardo la percezione della felicità e la soddisfazione nella propria vita in generale, mentre le differenze più sostanziali riguardano il lavoro e le opinioni sui diritti civili.

Gli italiani della Generazione Z infatti, se da un lato credono, come gli altri intervistati, che per la propria carriera attuale e futura sia importante soprattutto lo sviluppo di abilità, sono, assieme a turchi e indiani, i più pronti ad affermare che la fama o il successo siano dirimenti fattori della vita lavorativa. Ancor di più gli italiani si distinguono dagli altri intervistati perché, più di tutti, danno una grande importanza ai viaggi ed ai rapporti sociali.

Altrettanto rilevante, in un periodo in cui i giovani italiani vengono disegnati come dipendenti dalla tecnologia e disinteressati al mondo che li circonda, è notare che appaiono, assieme a tedeschi francesi e britannici, anche tra i più schierati a favore dei diritti civili. Il 93% degli intervistati crede che gli uomini e le donne dovrebbero essere trattati ugualmente, il 73% che debba essere garantito il diritto all’aborto sicuro e legale e che debba essere garantito il matrimonio a coppie dello stesso sesso. Il 76% degli intervistati inoltre crede che le persone transgender dovrebbero avere gli stessi diritti dei non transgender. Tra i quattro paesi europei interessati dal sondaggio, gli italiani si dimostrano i più propensi a credere che le persone dovrebbero avere il diritto di parlare in maniera non violenta in ogni circostanza.

Nonostante in questi anni la crisi dei migranti abbia portato al centro del dibattito pubblico tematiche contraddittorie e oggetto di forti contrapposizioni, i giovani italiani sembrano schierarsi sul tema in maniera abbastanza chiara. Credono infatti che il proprio governo dovrebbe impegnarsi di più e che dovrebbe favorire il la vita e il lavoro legale degli immigrati. Ritengono inoltre che per eliminare le disparità sociali sia necessario eliminare le discriminazioni di razza, genere e religione.

 

Il sondaggio condotto dalla Varkey Foundation rompe anche il luogo comune che definisce i giovani italiani svogliati e poco studiosi. I nostri adolescenti  infatti sono più soddisfatti dei britannici nel lavoro e nello studio ed è proprio nell’ultimo campo che sentono una maggiore pressione. La loro prima fonte di ansietà è la pressione scolastica, che costituisce per loro una preoccupazione più forte sia rispetto alla propria salute o al denaro. Meno ansie derivano dai social network. Infatti, in un periodo in cui il cyberbullismo, gli hate speech e la cybersicurezza occupano un ampio spazio sui giornali e negli spazi deputati al dibattito pubblico, i giovani italiani sono, assieme ai giovani britannici, i meno preoccupati di tutti dalle pressioni che provengono dai social media.

 

Il report della Fondazione Varkey ci regala anche uno sguardo sul rapporto tra Generazione Z e tecnologia. I giovani italiani, come la maggior parte dei giovani interessati dal sondaggio, ha dichiarato che il fattore più determinante per avere fiducia nel proprio futuro è il progresso tecnologico applicato alla medicina, alle energie rinnovabili e all’informatica. Tranne che in Nigeria, Indonesia, India e Nuova Zelanda i giovani dei 20 paesi interessati dal sondaggio sono tutti concordi sul ritenere lo sviluppo tecnologico come la fonte più grande di fiducia verso il futuro, anche più dell’educazione, della diffusione dei diritti civili e politici e dei valori pacifisti e religiosi.

- Advertisement -spot_img

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here

Talk For

F&NEWS