Il 18 luglio l’UE ha firmato un nuovo accordo con l’Azerbaigian per aumentare le esportazioni di gas del paese verso l’Europa. Gubad Ibadoghlu si interroga sul significato dell’accordo per l’Azerbaigian e si chiede se davvero la differenza nel ridurre la dipendenza dell’UE dal gas russo.
Appena due giorni prima dell’intervento militare della Russia in Ucraina, il presidente dell’Azerbaigian, Ilham Aliyev, aveva incontrato Vladimir Putin al Cremlino e aveva firmato una dichiarazione sulla cooperazione reciproca tra Azerbaigian e Russia. Tuttavia, le ricadute del conflitto in Ucraina hanno rinnovato gli sforzi dei leader dell’UE per impegnarsi a collaborare con l’Azerbaigian. Il risultato è stato che l’importanza dell’Europa per l’Azerbaigian e dell’Azerbaigian per l’Europa è notevolmente aumentata.
Negli ultimi mesi si sono svolte diverse visite di rappresentanti dell’UE in Azerbaigian. Il 15 luglio Toivo Klaar, rappresentante speciale dell’Unione europea per il Caucaso meridionale, si è recato a Baku e ha incontrato il presidente Aliyev. Il 18 luglio è seguita la visita della presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, che ha firmato un memorandum d’intesa su una partnership strategica nel settore dell’energia tra l’Azerbaigian e l’UE.
Il nuovo accordo prevede un sostanziale aumento, nei prossimi cinque anni, del volume annuo di gas esportato dall’Azerbaigian verso l’Europa. Nel suo discorso alla conferenza stampa di accompagnamento, von der Leyen ha definito l’Azerbaigian un “partner affidabile” nel campo dell’energia. Ha notato che non potendo l’UE più fare affidamento sulle forniture di gas russo, “ha quindi deciso di diversificare lontano dalla Russia e di rivolgersi a partner più sicuri e affidabili … e sono felice di considerare l’Azerbaigian tra loro“.
Attualmente l’Azerbaigian esporta circa 8 miliardi di metri cubi di gas nell’UE all’anno. In base al nuovo accordo, il paese dovrebbe aumentare le sue esportazioni di gas verso l’UE nell’ambito del corridoio meridionale del gas a 20 miliardi di metri cubi entro il 2027 e fino a 12 miliardi di metri cubi entro il 2023. Von der Leyen ha anche osservato che “l’Azerbaigian ha un enorme potenziale nelle energie rinnovabili” e ha affermato che l’UE intende cooperare con il paese anche in questo campo, in particolare in relazione alla produzione di energia solare ed eolica dell’Azerbaigian. Ha sottolineato che la cooperazione energetica dovrebbe essere stabilita sullo sfondo della protezione ambientale e ha incoraggiato l’Azerbaigian ad aderire al Global Methane Pledge, che è sostenuto da 119 paesi.
Preoccupazioni in materia di diritti umani
Von der Leyen ha anche parlato dei programmi di sostegno attuati in Azerbaigian, osservando che l’UE segue “con grande interesse le discussioni e le idee sui collegamenti trans-caspici” e che “approfondirà queste discussioni“. Tuttavia, alla fine del discorso ha sottolineato che “per raggiungere il pieno potenziale dell’Azerbaigian, è importante creare le giuste condizioni per la fiducia degli investitori” e che “questo include un maggiore coinvolgimento della società civile e di media liberi e indipendenti“, ricevendo risposte contrastanti da parte dei rappresentanti delle comunità locali e internazionali.
Molti hanno espresso rammarico per il fatto che la Commissione non abbia sostenuto direttamente lo sviluppo di una società civile indipendente e la libertà di stampa in Azerbaigian, entrambi soppressi. C’erano anche preoccupazioni sul fatto che istituzioni così importanti fossero collegate agli interessi degli investitori e che von der Leyen non esprimesse sostegno per i diritti umani e le libertà in Azerbaigian. Gli attivisti sociali locali hanno lamentato il fatto che i funzionari europei in visita in Azerbaigian non hanno incontrato e ascoltato i rappresentanti dei partiti di opposizione e della società civile, accusandoli di vendere gli interessi della democrazia agli interessi energetici.
La necessità di investimenti
Con la firma dell’accordo, l’Azerbaigian è entrato in una nuova fase dell’era delle sfide complesse che incidono sulla sicurezza energetica dell’UE. I rapporti di partnership strategiche in questo settore impongono obblighi sia all’Azerbaigian che all’UE. Prima di tutto, l’espansione del corridoio meridionale del gas richiede ulteriori grandi investimenti. Questa importante questione non è stata menzionata nel comunicato stampa da nessuna delle due parti.
Molto probabilmente, gli investitori, tra cui la Banca europea per gli investimenti, saranno attratti dall’espansione della capacità di trasmissione del Gasdotto Trans-Adriatico (TAP) nel quadro dell’espansione del corridoio meridionale del gas, in quanto promette nuove opportunità per diversificare l’approvvigionamento energetico in Europa. Allo stesso tempo, l’Azerbaigian attualmente non ha abbastanza gas da esportare in Europa.
Ciò crea la necessità di accelerare la produzione in settori nuovi e futuri, che richiedono anche ulteriori investimenti. Oltre al giacimento di gas di Shah Deniz, che è il più grande dell’Azerbaigian, dovrebbero quindi essere effettuati investimenti nella produzione ed esportazione di gas nei giacimenti di gas in acque profonde di Shafaq-Asiman, Umid-Babek, Absheron e Azeri Chiraq Guneshli (ACG). Ciò consentirebbe un aumento significativo della produzione di gas in Azerbaigian nei prossimi cinque anni.
Alcuni esperti hanno suggerito che l’Azerbaigian potrebbe semplicemente acquistare gas dalla Russia e venderlo all’Europa. Tuttavia, ciò non è possibile nel quadro delle attuali sanzioni. Anche se fosse possibile in futuro, richiederebbe la ricostruzione dell’attuale gasdotto Mozdok-Hajigabul tra Russia e Azerbaigian, che ha una capacità di trasmissione massima di 10 miliardi di metri cubi.
Un’altra alternativa sarebbe che il Turkmenistan fornisse gas all’Iran e che l’Azerbaigian acquistasse la stessa quantità di gas dall’Iran. Ma nonostante tutte queste alternative, gli europei dovranno ancora aspettare almeno cinque anni perché il gasdotto TAP, la rotta di esportazione del gas dall’Azerbaigian all’Europa, raggiunga una capacità di trasmissione di 20 miliardi di metri cubi.
L’Azerbaigian prevede inoltre di attirare investitori europei per investire nel suo settore delle energie rinnovabili. Il Paese ha recentemente aumentato i suoi sforzi per la transizione verso l’energia verde. Ciò è particolarmente importante nel settore azero del Mar Caspio e nei territori su cui l’Azerbaigian ha ripreso il controllo durante la guerra del 2020 con l’Armenia. Questi sforzi contribuiranno a creare nuove capacità produttive per l’energia eolica e solare e determineranno anche i mercati di esportazione. Attualmente, il proposto “Corridoio di Zangezur” e la linea a fune sotto il Mar Nero dalla Georgia alla Romania sono in fase di valutazione come rotte di esportazione.
Un accordo politico
Sebbene l’accordo tra l’Azerbaigian e l’UE avrà un impatto importante sulla cooperazione energetica, si è trattato principalmente di un accordo politico. In definitiva serve a due scopi principali. Il primo è quello di ridurre la sfera di influenza e controllo della Russia in Azerbaigian. Il secondo è ridurre la dipendenza energetica dell’Europa dalla Russia.
Come evidenzia la discussione di cui sopra, quest’ultimo obiettivo sarà difficile da raggiungere senza investimenti sostanziali. Tuttavia, entrambi gli obiettivi saranno influenzati dall’esito della guerra in Ucraina. Resta quindi da vedere quale sarà l’impatto duraturo sul settore energetico nei prossimi anni.
Articolo a cura di Gubad Ibadoghlu, The London School of Economics and Political Science
Traduzione a cura di Francesca Santoro