L’energia è sempre più al centro del dibattito internazionale, per gli Stati è il bene primario più importante: il suo utilizzo è strettamente correlato alla ricchezza di una nazione. L’energia è il cuore di ogni autonomia nazionale, sia militare che economica, e gioca un ruolo centrale nelle decisioni di ogni Governo. Per Richard Muller, fisico statunitense autore del libro “Energia per i presidenti del futuro”, queste sono delle informazioni che ogni futuro presidente deve conoscere e che dovrà insegnare ai suoi elettori, per evitare che le politiche energetiche siano decise da ciò che gli elettori “credono erroneamente di sapere”.
Nelle prime righe del volume l’autore annuncia che lo scopo del suo saggio non è dare dei consigli, ma educare. Muller esprime con chiarezza opinioni che mirano a informare i lettori su alcuni dei grandi temi legati all’energia, ponendo l’accento su quegli aspetti che un presidente deve conoscere al meglio, sulle nozioni scientifiche fondamentali e su quel genere di informazioni che offrono la via d’accesso ad una conoscenza più profonda. Il libro, infatti, inizia con un nuovo sguardo su alcuni recenti disastri energetici, che Muller analizza da una prospettiva del tutto nuova: sono questi eventi che determinano i titoli dei giornali e dei notiziari che, a loro volta, definiscono l’attitudine del pubblico verso le questioni che riguardano l’energia. Spesso, però, tali titoli si rivelano poco accurati o fuorvianti e scopriamo solo nei mesi e negli anni seguenti a un disastro che le prime impressioni che ci hanno regalato erano sbagliate. “È senza dubbio questo il caso del disastro nucleare di Fukushima, della fuga di petrolio nel Golfo del Messico, addirittura della maggior parte delle cose che il pubblico conosce a proposito degli effetti dei combustibili fossili sul cambiamento globale del clima”. Secondo l’autore, Fukushima non è stato nemmeno lontanamente un evento così catastrofico come molti credono e non dovrebbe comportare alcun cambiamento importante nelle politiche energetiche.
Muller ci ricorda che gli stati hanno sì bisogno di energia, ma sperperano quella di cui già dispongono. Il fisico statunitense, ci porta ad esempio alcune sue esperienze personali. Ci parla delle grandi aule illuminate artificialmente anche a mezzogiorno nell’università di Berkeley, dove insegna: “surriscaldiamo gli edifici in inverno e li raffreddiamo più del necessario d’estate, ritenendolo un lusso. Il risparmio energetico ha una brutta fama legata ad automobili sottopotenziate, fastidiose luci a fluorescenza, e alla necessità di vestirci con indumenti pesanti persino nel salotto di casa”.
Il saggio di Muller ci regala anche un altro spunto di riflessione sul trasporto. Le auto, i camion, gli aeroplani dipendono da forme liquide di energia (petrolio, gasolio, benzina) di cui stiamo esaurendo le forniture.
Lo schema narrativo efficace ci porta a una serie di interrogativi ai quali Muller dà risposta dimostrando la potenzialità di distorsione dei mezzi di comunicazione. L’autore non propone soluzioni, ma invita il lettore a farlo per calarsi nella complessità del ruolo di governo, soprattutto quando si è informati in modo corretto.