Come è noto, la nostra Fondazione si occupa di affermare le ragioni della scienza, contrastare i bias cognitivi e difendere l’idea stessa di progresso dai tanti attacchi di cui è oggetto. Una missione, la nostra, che parte dalla convinzione – non preconcetta, ma basata su dati di fatto – che il presente è di gran lunga migliore del passato. E che, su queste basi, possiamo ragionevolmente immaginare un futuro migliore del presente. Da qui “Ottimisti&Razionali”.
Il tema delle distorsioni cognitive e comunicative mi appassiona personalmente da molto tempo, e quest’anno lo sto anche affrontando nel Master in “Relazioni istituzionali, Lobby e Comunicazione d’Impresa” di cui sono docente in Luiss. Non parlandone mai in maniera astratta e ideologica, ma andando a pesca di esperienze, casi di crisi, clamorose montature, fake news da cui poter ricavare qualche insegnamento, per costruire (e insegnare, se mi riesce) una comunicazione alternativa: equilibrata, seria, attendibile.
In particolare, mi capita spesso di approfondire, in chiave comunicativa, il tema dell’energia. Un ambito nel quale i bias proliferano, la realtà viene oscurata dai desideri, le campagne irrazionali hanno spesso la meglio sui dati di fatto, e molte volte anche sul buonsenso.
Naturalmente, girovagando in rete, di energia mal comunicata se ne trova in quantità industriale. Sia nel senso delle costruzioni di fantasia, delle paure costruite ad arte, degli innamoramenti momentanei, delle notizie manipolate da paladini più o meno in buona fede della “salvezza del pianeta”. Sia nel senso delle risposte sbagliate da parte di chi l’energia la produce: risposte difensive, elusive, impaurite, giustificatorie, tecnicistiche, burocratiche. Che alimentano così il più grande bias collettivo della nostra epoca: l’umanità consuma (e spreca anche) dosi crescenti di energia, ma se ne vergogna, si rifiuta di riconoscerne l’origine, il percorso infrastrutturale, industriale, logistico che fa per alimentare e arricchire la nostra vita: le nostre case, le nostre auto, i nostri smartphone, etc…
Per questo, con i miei collaboratori, siamo rimasti piacevolmente colpiti (quasi stupefatti) quando abbiamo scovato questo video, che parla di energia senza veli, nella maniera giusta, fa divulgazione scientifica con parole semplici, abbatte in pochi minuti una grande quantità di luoghi comuni sulle fonti fossili, parla del futuro, di innovazione e di ricerca. Così siamo andati a cercare chi l’ha prodotto – un’azienda francese, la Maurel&Prom, che sta svolgendo delle prospezioni in Sicilia, nel ragusano – e abbiamo scoperto un progetto produttivo e comunicativo molto interessante, sviluppato insieme a geologi ed archeologi delle Università di Catania e di Bologna, costruito con una meticolosa attenzione verso il mondo esterno, il territorio e le sue peculiarità.
A questo punto, abbiamo pensato di portare sul campo i nostri studenti della Luiss, andando a conoscere i protagonisti di questo esempio virtuoso di posizionamento e comunicazione aziendale. Cosa che faremo insieme il prossimo 22 ottobre, a Ragusa, in un workshop con i manager di M&P, docenti e studenti di Catania e Bologna. Un bel modo, mi sembra, per parlare di comunicazione dell’energia in maniera seria, senza piangersi addosso e senza raccontare fandonie.
Claudio Velardi