Articolo di Luigi Santoro
Non so quanti di voi siano fan dei film apocalittici, catastrofici – insomma, quelli che prevedono la distruzione della Terra o la fine dell’umanità. Eppure un ultimatum alla Terra (non la pellicola del 2008 con Keanu Reeves) è stato dato: procedendo di questo passo, intorno al 2050 l’umanità consumerà il doppio rispetto alla capacità di produzione della Terra. L’Earth Overshoot Day (che segna la data in cui la domanda dell’umanità di risorse in un dato anno supera ciò che la Terra può rigenerare nell’anno medesimo) nel 2020 è caduto il 22 agosto. Solo nel 1969 e nel 1970 – i due anni precedenti alla data ufficiale dell’inizio del computo – si stima l’umanità non sia stata in grado di consumare le risorse annualmente prodotte dal Pianeta.
Le fattorie solari
Ora, esistono numerosi progetti il cui scopo è invertire la tendenza, progetti che puntano sulle energie rinnovabili – insomma, progetti che mirano, in modi diversi, alla riduzione dell’impatto che l’uomo ha sull’ambiente. Uno dei più interessanti è senza dubbio quello made in Thailandia: tale progetto prevede la creazione della più grande solar farm galleggiante del mondo. La solar farm – che potremmo suggestivamente tradurre con “fattoria solare” – è composta da una serie di pannelli solari; nel caso specifico, andrebbero a ricoprire una superficie complessiva di 72 ettari. I pannelli utilizzati sono realizzati in vetro sopra e sotto, vantano un’alta resistenza all’umidità e non contaminano in alcun modo le acque. Il sistema di ormeggio è realizzato in polietilene ad alta densità, ossia il materiale utilizzato per le tubazioni di approvvigionamento idrico, resistente ai raggi ultravioletti. Non solo non è pericoloso per la fauna marina o per l’ambiente; il progetto contribuirà altresì a ridurre le emissioni di CO₂ di circa 47.000 tonnellate all’anno. Si tratta di un “sistema ibrido”, che utilizza un particolare EMS (Energy Management System) che punta a fornire energia in modo costante alla massima efficienza – riducendo anche quell’incertezza propria delle energie rinnovabili legata alle condizioni metereologiche; questo particolare EMS punta, inoltre, a migliorare la sicurezza del sistema elettrico in generale. L’impianto galleggerà nei pressi della diga di Sirindhorn, nella provincia di Ubon Ratchathani.
Energia, sviluppo e turismo
L’EGAT (Electricity Generating Authority of Thailand) ritiene che la solar farm sarà operativa a 45 Megawatt – abbastanza per sostenere una città di piccole dimensioni – il prossimo Giugno. La partenza era originariamente prevista per Dicembre 2020 ma è stata posticipata a causa dell’emergenza Covid. Secondo Chatchai Mawong, direttore dell’EGAT per lo sviluppo di centrali idroelettriche e di energia rinnovabile, a Gennaio la costruzione della solar farm era «completa all’82%». Naturalmente un progetto del genere non è scevro di intoppi e difficoltà; secondo Suwita Sotuk, una delle project leader, i problemi sono all’ordine del giorno, come ad esempio una giornata di mare mosso, che rende difficoltoso lo spostamento dei pannelli solari. A tale scopo vengono utilizzati dei motoscafi, di solito tre per segmento, ma dipende naturalmente dalle necessità di manovra.
Oltre ai risvolti green, il governatore della provincia di Ubon Ratchathani, Sarit Witoon, si augura che questo progetto pilota possa rappresentare un modello per lo sviluppo delle energie rinnovabili del Paese e, inoltre, spera che possa anche rendere la provincia un polo energetico, che attiri in egual misura studenti e turisti.
L’EGAT ha posto come obiettivo la costruzione, entro i prossimi vent’anni, di altre “fattorie solari”, che arriverebbero a generare 2.725 Megawatt. I prossimi anni sono fondamentali: l’intera comunità energetica mondiale dovrà lavorare sinergicamente per rendere green e sostenibile il futuro del Pianeta.