sabato, 10 Giugno 2023

Emergenza gas: il Piano della Commissione

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Simona Benedettini
Simona Benedettini è una consulente freelance esperta di regolazione e concorrenza del settore energetico ed energy analyst della Fondazione Ottimisti&Razionali. Simona ha più di dieci anni di esperienza come consulente per operatori pubblici e privati del settore energetico in Italia ed Europa. Ha un Dottorato in Law and Economics ed è stata visiting scholar presso University of Illinois. Simona è autrice di articoli accademici ed editoriali su tematiche energetiche.

La Commissione Europea presenterà mercoledì 20 il Piano europeo per la riduzione della domanda di gas naturale, “Safe gas for a safe winter”. Il documento è un insieme di linee guida rivolte agli Stati Membri per favorire il coordinamento nella riduzione dei consumi di gas naturale.

Il Piano ha tre meriti. Il primo è denunciare con chiarezza la gravità dell’attuale crisi energetica. Aspetto su cui molti Stati Membri sembrano tergiversare nella convinzione che sia preferibile non informare i cittadini per evitare l’allarme. Il secondo è che per la prima volta la Commissione considera i consumatori come parte della soluzione alla crisi energetica e non come una variabile immodificabile del problema. Il terzo è riconoscere, indirettamente, che l’attuale crisi impone flessibilità, e quindi tempi diversi, per il processo di transizione energetica.

La Commissione stima che, nel caso di interruzione immediata delle forniture di gas dalla Russia, l’Europa non riuscirebbe a riempire adeguatamente gli stoccaggi di gas naturale (anche per effetto degli aumenti dei prezzi che ne conseguirebbero) e che verrebbero a mancare circa 20 miliardi di metri cubi di gas su un consumo annuo di circa 380 miliardi.

In preparazione di tale eventualità, il Piano presenta cinque ambiti di intervento: 

  1. Sostituzione del gas negli usi industriali e nella produzione elettrica. In un bagno di realtà, la Commissione riconosce che, date le circostanze, agli Stati Membri sarà concesso di ricorrere non solo alle fonti rinnovabili ma anche a carbone, diesel e biomasse per ridurre i consumi di gas. Il posticipo della chiusura delle centrali elettriche nucleari e a carbone sono le altre due opzioni consentite dal Piano per promuovere, ove possibile, il risparmio di gas naturale. La transizione energetica può quindi avere tempi più congrui, data la situazione.
  2. Flessibilità nei consumi di gas negli usi industriali. Al riguardo, la Commissione suggerisce agli Stati Membri di ricorrere a meccanismi di asta che permettano l’approvvigionamento, dietro remunerazione, di un servizio di riduzione del consumo di gas naturale da parte dei consumatori industriali. Oppure, di ricorrere a contratti cosiddetti di interrompibilità attraverso cui i clienti industriali sono remunerati per interrompere i propri consumi di gas per un periodo e ammontare predeterminati. Misura, questa, già prevista nei Piani di Emergenza degli Stati Membri.
  3. Risparmio di gas nei consumi non industriali. Campagne informative per sensibilizzare i clienti domestici a ridurre il consumo di energia, soprattutto per il raffrescamento e riscaldamento, e imposizione di limiti alle temperature di riscaldamento e raffrescamento degli edifici pubblici sono le strade suggerite dalla Commissione in questo ambito.
  4. Gestione dell’emergenza. In caso di emergenza, ossia di interruzione improvvisa delle forniture di gas russo, la Commissione suggerisce agli Stati Membri i criteri da seguire per la gestione delle procedure di razionamento. Procedure che riguarderanno i soli clienti non protetti, ossia tutti ad eccezione dei consumatori domestici o che forniscono servizi sociali ed essenziali. In particolare, nel dare una priorità nel razionamento, gli Stati Membri debbono valutare se i settori interessati: producono beni e servizi critici per l’ordinato funzionamento della società; sono essenziali per l’offerta di beni e servizi nei mercati a valle di altri Stati Membri; possono ricorrere a fonti alternative al gas per i propri usi; possono rinunciare al gas senza interrompere il processo produttivo o danneggiare gli impianti di produzione. Anche la rilevanza per l’economia, in termini di occupazione o creazione di valore aggiunto, è aspetto di cui tenere conto nel definire la priorità degli interventi di razionamento.
  5. Governance della crisi. Il Gas Coordination Group (GCG), l’entità a cui la Commissione fa affidamento per agevolare l’attuazione delle misure per garantire la sicurezza degli approvvigionamenti in caso di emergenza, è scelto come organismo di raccordo per il coordinamento delle azioni degli Stati Membri a fronte di tre diversi livelli di crisi. Nella fase attuale, il GCG deve promuovere lo scambio di best practice nell’ambito delle campagne informative e di risparmio energetico. Dal 20 luglio – data l’affidabilità delle informazioni disponibili circa una possibile riduzione delle forniture di gas che può portare uno o più Stati Membri a dichiarare lo stato di emergenza o di allerta – il GCG sarà l’organo di monitoraggio in materia di riduzione dei consumi negli Stati Membri. Il GCG fungerà da hub di scambio di informazioni su limitazioni, misure disponibili e impatti della riduzione della domanda di gas su settori critici e tra Stati Membri. La CE deve consultare il GCG per lanciare misure coordinate di riduzione della domanda. Nel caso di dichiarazione dello stato di emergenza a livello regionale o dell’Unione, la Commissione dovrà assicurare lo scambio di informazioni, assicurare la coerenza delle azioni degli Stati Membri a livello regionale e di Unione, e, se necessario, istituire un gruppo di crisi composto da membri nominati dagli Stati Membri.

Dalle misure di risparmio energetico la Commissione ritiene si possano risparmiare dai 25 ai 60 miliardi di metri cubi di gas.

Lo spirito del Piano è prepararsi per tempo perché farlo aiuterebbe a mitigare di circa un terzo gli impatti del peggiore degli scenari in caso di stop delle esportazioni di gas russo, ossia il razionamento della domanda di gas naturale. Uno scenario che Bruxelles, evidentemente, considera tutt’altro che fantascienza.

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