lunedì, 25 Settembre 2023

EFFICIENZA ENERGETICA, APPROVATO DOCUMENTO

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Sulle diagnosi energetiche che le grandi imprese e quelle a forte consumo di energia sono tenute ad eseguire periodicamente, occorre valutare l’opportunità di introdurre disposizioni che possano da un lato rendere più uniformi i comportamenti a livello unionale e, dall’altro, che consentano agli Stati membri di prevedere deroghe all’obbligo nei casi in cui i costi per l’impresa non siano commisurati ai benefici che ne  derivano, per esempio in caso di consumi energetici estremamente bassi o di assenza di siti produttivi.

È una delle osservazioni che la commissione Attività produttive di Montecitorio ha espresso nella valutazione finale sulla proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio, che modifica la direttiva 2012/27/UE, in merito all’efficienza energetica.

Nel documento finale – trasmesso alla Commissione europea, nell’ambito del cosiddetto dialogo politico, nonché al Parlamento europeo e al Consiglio – il gruppo di lavoro ha ricordato che la direttiva del 2012 aveva come obiettivo la promozione dell’efficienza energetica in tutta l’Unione attraverso misure che riguardano ogni fase della catena dell’energia, dalle operazioni di produzione e distribuzione fino al consumo finale, allo scopo di raggiungere il 20 per cento di efficienza energetica entro il 2020 rispetto ai livelli del 1990.  

A ottobre 2014 il Consiglio europeo ha portato l’obiettivo di efficienza energetica al 27 per cento, da raggiungere nel 2030. Conseguentemente, la proposta di direttiva modifica la direttiva del 2012 aggiornando, tra le altre cose, l’orizzonte temporale al 2030, fissando un obiettivo unionale vincolante di efficienza energetica del 30 per cento per il 2030 e prevedendo che gli Stati membri stabiliscono i contributi nazionali di efficienza energetica attraverso dei piani nazionali integrati per energia e clima.

Secondo la Commissione europea, i risultati conseguiti ad oggi sono soddisfacenti, nonostante le variazioni tra Paesi più virtuosi, tra cui l’Italia, che hanno già raggiunto o superato gli obiettivi nazionali, ed altri che sono ben lontani dal conseguire gli obiettivi.

Da qui anche l’osservazione di valutare per gli audit energetici periodici delle misure che possano migliorare la qualità e l’utilità dei risultati, ad esempio attraverso l’introduzione di obblighi progressivi per l’adozione di misuratori di energia a livello di singole utenze energivore (linee di processo, servizi generali) all’interno dei processi produttivi.

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