sabato, 23 Settembre 2023

Continua la corsa al 5G delle big USA: T-Mobile e Sprint annunciano la fusione

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Domenica scorsa, T-Mobile e Sprint – rispettivamente terzo e quarto più grande operatore wireless degli Stati Uniti – hanno raggiunto un accordo per una fusione del valore di circa 27 miliardi dollari. Un’operazione che potrebbe rimodellare radicalmente l’industria americana delle telecomunicazioni, un ulteriore consolidamento aziendale che metterebbe alla prova gli appetiti dei consumatori e dei regolatori.

L’accordo segna l’ultimo tentativo di T-Mobile, gestito dalla tedesca Deutsche Telekom, e Sprint, gestito dal conglomerato giapponese SoftBank, di unire le forze e di accumulare abbonati, allo scopo di sfidare le big di proprietà statunitense AT&T e Verizon. La mossa arriva in un momento in cui l’intera industria delle telecomunicazioni è impegnata nella corsa all’implementazione della prossima generazione di tecnologia wireless ultraveloce, il 5G. Il nome della società rimarrebbe T-Mobile.

T-Mobile e Sprint avevano preso in considerazione un simile legame già da molto tempo, ma erano state costrette ad abbandonare i loro piani di fusione in più di un’occasione. Sulla loro strada, molti ostacoli che hanno incluso i regolamenti governativi, che in precedenza sostenevano un principio in base al quale i consumatori sono serviti meglio – con prezzi migliori e una più ampia scelta – se ci sono quattro principali operatori wireless e non tre.

Le due aziende mirano a convincere l’amministrazione Trump di essere in una posizione privilegiata per far avanzare il 5G – una rete di dati di prossima generazione utilizzabile con qualsiasi dispositivo, dagli smartphone alle automobili e altre tecnologie abilitate a Internet – grazie ad importanti investimenti che non avrebbero potuto radunare individualmente.

“Questa fusione creerà una forte concorrenza, grazie a risorse di rete utili ad offrire di più per consumatori e per aziende a prezzi più bassi. Potremo offrire più innovazione, e fare tutto molto più velocemente di quanto le due società potrebbero ottenere singolarmente”, sostiene John Legere, amministratore delegato di T-Mobile. Nell’ambito della fusione, Legere assumerà il ruolo di leader della nuova società.

“Man mano che entriamo nell’era del 5G, i consumatori e le imprese avranno sempre più bisogno di un’azienda con la cultura e le capacità necessarie a produrre un cambiamento positivo in loro favore”, ha affermato.

Se l’accordo verrà condotto a termine, la fusione di T-Mobile con Sprint potrebbe spodestare AT&T dal ruolo di secondo provider wireless del paese. La nuova società avrebbe circa 100 milioni di clienti, più dei 93 milioni di AT & T. E metterebbe il gigante wireless di nuova formazione a una distanza sorprendentemente vicina alla base di clienti di Verizon (116 milioni).

Tuttavia, le due aziende devono superare una miriade di ostacoli politici, incluso l’accresciuto scetticismo dei consumatori riguardo al rapido ritmo di consolidamento dei media e delle industrie di telecomunicazioni. Dal presidente Trump alla senatrice Elizabeth Warren (democratica), la politica di Washington ha spesso tuonato contro queste operazioni, e potrebbe presto concentrare la propria attenzione su l’ultima mossa di T-Mobile e di Sprint.

La senatrice Amy Klobuchar (Minnesota), la più importante esponente democrat della sottocommissione antitrust del Senato, ha sollevato molte preoccupazioni sulla proposta fusione: “la concorrenza tra le quattro maggiori compagnie di telefonia mobile ha portato prezzi più bassi, un servizio migliore e maggior innovazione”, ha affermato in una nota.

Alla domanda sul clima politico, in un’intervista successiva, Legere ha sottolineato: “Non ci consideriamo una “big” del settore, ma ci proponiamo come una concorrente che guida la competizione per il bene dei consumatori e del paese”. Legere ha aggiunto che lui e l’amministratore delegato di Sprint Marcelo Claure prevedono di visitare Washington nei prossimi giorni per incontrare i regolatori federali.

La Commissione federale delle comunicazioni e il Dipartimento di giustizia – che esamineranno la fusione per garantire la protezione dei consumatori e il rispetto dei principi di concorrenza – non hanno voluto rilasciare commenti. T-Mobile e Sprint hanno dichiarato di aspettarsi che l’accordo si concluda entro la prima metà del 2019.

Ma alcuni analisti affermano che i dubbi di Washington sono corretti. Secondo Craig Moffett, analista di telecomunicazioni presso la società di ricerche Moffett Nathanson, politiche di prevenzione di operazioni di fusione nel settore, hanno in passato aperto la strada proprio a T-Mobile, per lanciare la sua campagna Uncarrier, che ha rimodellato il settore wireless. Il risultato sono stati prezzi più bassi e pratiche commerciali più favorevoli ai consumatori, come la fine dei contratti a lungo termine con i clienti.

“La decisione del Dipartimento di Giustizia di bloccare le transazioni si sono rilevate corrette” ha detto Moffett, parlando del tentativo di fusione tra AT & T e T-Mobile. “T-Mobile non solo è sopravvissuta, ma ha prosperato. Il mercato è diventato più competitivo. I consumatori ne hanno beneficiato in modo inequivocabile. E questo rende problematica la nuova fusione. ”

Per Sprint, invece, ci sono stati maggiori problemi, in parte a causa di un debito considerevole. Unite, tuttavia, le due aziende wireless hanno sostenuto di essere in una posizione migliore per implementare l’infrastruttura necessaria ad alimentare il 5G. Si sono già impegnati a investire 40 miliardi dollari nella loro rete nei primi tre anni dopo la fusione, creando nuovi posti di lavoro.

Tuttavia, un ulteriore ostacolo verso la completa realizzazione dell’accordo tra le due aziende potrebbe essere il loro partner straniero. Nel 2013, infatti, SoftBank – un’azienda giapponese, ha investito 21,6 miliardi per una quota del 72 percento in Sprint. Il suo amministratore delegato, Masayoshi Son, ha incrementato la partecipazione di Softbank a circa l’85.

Ma la Casa Bianca ha già preso di mira alcune fusioni che coinvolgono compagnie straniere. Broadcom – un produttore di chip che ha avuto sede a Singapore fino ad aprile, quando poi si è trasferito in Delaware – è stato costretto ad abbandonare la sua acquisizione del produttore di chip Qualcomm, a causa delle preoccupazioni circa la possibilità di dare alla Cina un vantaggio nello sviluppo delle reti 5G.

Il presidente Trump ha anche espresso opinioni negative su altre società del settore delle telecomunicazioni e dei media che stanno cercando accordi. Ha notoriamente attaccato l’acquisto proposto da AT&T di Time Warner durante la campagna del 2016, citando l’accordo come un esempio di troppo potere ” concentrato nelle mani di pochi”.

 

di Tony Romm e Brian Fung

 

Tratto dal Washigton Post, titolo originale: T-Mobile and Sprint announce plans to merge. Traduzione Alessandro Fiorenza.

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Un’operazione che potrebbe rimodellare radicalmente l’industria americana delle telecomunicazioni

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