Sono già tanti i cavi che non usiamo più nell’era wireless, e anche il denaro diventa sempre meno fisico: forse un giorno pagheremo strizzando l’occhio al commerciante, per ora possiamo farlo porgendogli il nostro smartphone. Dopo aver tagliato i fili delle cuffiette con gli AirPods, Apple porta da oggi in Italia Apple Pay, la sua idea di pagamento contactless, che incorpora le carte di credito nell’iPhone, nel Watch, nei tablet e nei computer.
Quello dei pagamenti in cui si usa lo smartphone al posto dei soldi e delle carte è un mercato in piena fioritura, dove alla proposta della Mela si contrappongono Android Pay, Amazon Pay, Samsung Pay, PayPal e altri ancora. Il sistema di Google, Android Pay, si basa su una app e in Italia non c’è ancora. Stesso discorso per Samsung Pay, disponibile sugli ultimi modelli Galaxy e Gear. Amazon invece per ora propone una piattaforma per pagare online (non solo sul suo store) ma potrebbe arrivare presto nei negozi. Paypal funziona sia sui computer che sui dispositivi mobili, e in Italia si può già usare per pagare anche fuori casa, per esempio con l’app It Taxi.
I numeri di questo nuovo business sono già rilevanti nei tanti Paesi dove il sistema è attivo da tempo: Stati Uniti, Australia, Canada, Cina, Francia, Giappone, Hong Kong, Irlanda, Nuova Zelanda, Regno Unito, Russia, Singapore, Spagna e Svizzera. Gli esercenti che lo accettano nel mondo sono 20 milioni e secondo Business Insider il giro d’affari dei “pagamenti mobili” supererà i 500 miliardi di dollari nel 2020. Negli Usa quasi il 90% delle transazioni contactless sono fatte con Apple Pay.