Abbiamo superato la fase più critica dell’anno per quanto riguarda i prezzi dei consumi di gas e luce. Il periodo invernale è, infatti, quello in cui il costo delle bollette sale vertiginosamente. Già dall’estate c’era forte preoccupazione per come avremmo potuto affrontare i mesi più freddi e più costosi in termini di consumi energetici. La parola “razionamento” compariva sui giornali, insieme a metodi – a volte bizzarri, a volte utili – su come risparmiare. Il caro bollette ha popolato TG, programmi e quotidiani degli ultimi mesi.
La crescente dipendenza dal gas come fonte energetica ha contribuito in maniera significativa al fenomeno del caro bollette in Italia. Il gas non solo viene utilizzato direttamente per il riscaldamento nelle case e come energia primaria per le industrie, ma è anche la principale fonte energetica per la produzione di energia elettrica, oltre il 50% (valore più alto tra tutti i Paesi nell’UE). L’importazione del 90% del gas consumato in Italia ha accentuato la vulnerabilità del Paese ai cambiamenti dei prezzi del mercato internazionale. Dopo aver raggiunto picchi eccezionalmente elevati durante l’agosto 2022, con valori che superavano i 300 dollari al megawattora, solo a partire dall’inizio di febbraio di quest’anno i prezzi del gas hanno iniziato a registrare una lenta decrescita. Le quotazioni sono tornate sui livelli dell’estate 2021, attorno ai 50 dollari al megawattora, dando un certo sollievo all’economia degli italiani.
L’impatto della guerra in Ucraina sulla sicurezza energetica europea
L’aumento del prezzo del gas sul mercato europeo è iniziato a fine 2021. La causa principale è stato il forte incremento della domanda di energia con la ripresa dei mercati e dell’economia dopo la pandemia. Già in questo periodo, l’Europa ha evidenziato la propria fragilità per la forte dipendenza dal gas russo, maggiore esportatore verso il vecchio continente. Paesi dell’est Europa come Ungheria, Slovenia e Slovacchia importavano oltre l’80% del proprio fabbisogno dalla Russia; anche Germania, Italia, Austria e Polonia si affidavano a Mosca per soddisfare le proprie esigenze.
La situazione si è aggravata con l’invasione in Ucraina a febbraio 2022. La guerra ha avuto conseguenze anche sul piano delle infrastrutture, visto che l’Ucraina è un Paese di transito e di trasporto del gas verso l’Europa. I pacchetti di sanzioni dell’Ue alla Russia hanno avuto i risultati attesi: indebolire Putin e affrancarsi, nel frattempo, dalla dipendenza energetica. In circa otto mesi, l’Unione europea ha, infatti, ridotto di oltre l’80% l’importazione di gas russo (l’Italia di due terzi), sostituendolo con forniture affidabili e investendo nelle rinnovabili.
Lo scenario attuale
L’Autorità di Regolazione per l’Energia, Reti e Ambiente (ARERA) ha recentemente comunicato una notizia positiva per i consumatori: nel mese di febbraio 2023, il prezzo del gas naturale per una famiglia tipo, con consumi medi di 1.400 metri cubi annui, è diminuito del 13% rispetto al mese precedente. Questo risultato è stato ottenuto grazie alla riduzione della spesa per la materia prima (-13,0%). È importante notare che questa diminuzione si aggiunge a quella già registrata nel mese di gennaio 2023, che ha visto un significativo ridimensionamento del prezzo del gas.
Nonostante il taglio del prezzo del gas del mese di febbraio abbia mitigato gli aumenti di prezzo registrati nell’ultimo anno, la spesa annua per il gas naturale di una famiglia media (nel periodo marzo 2022-febbraio 2023) si è attestata a circa 1666,23 euro, evidenziando un aumento del 16% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (marzo 2021-febbraio 2022).
I provvedimenti del Governo
In particolare, con la Legge di bilancio 2023, sono stati stanziati oltre 21 miliardi di euro contro il caro energia. Nel dettaglio: per il primo trimestre 2023 è confermata la rimozione di tasse o imposte che non dovrebbero essere addebitate nelle bollette, come tasse comunali che non spettano al fornitore di servizi. Sono previste anche delle agevolazioni fiscali per le piccole e grandi imprese. Inoltre, con le misure previste, grazie alla riduzione dell’IVA, il costo dei pellet (utilizzati come combustibile per il riscaldamento domestico) e i consumi associati al teleriscaldamento verranno ridotti circa del 15%. Per le famiglie a basso reddito, invece, è stato confermato e rafforzato il bonus bollette, con un innalzamento della soglia Isee (Indicatore della Situazione Economica Equivalente) da 12.000 euro a 15.000 euro per nucleo familiare. Il che significa che le famiglie con un reddito fino a 15.000 euro potranno accedere a queste agevolazioni.
Le misure introdotte dal governo italiano sono una buona notizia per i consumatori, poiché la progressiva dipendenza dal gas come fonte di energia ha avuto un impatto significativo sulle bollette energetiche in Italia. Tuttavia, il fenomeno del caro bollette è un problema complesso che richiede un approccio integrato a lungo termine, che riesca a coinvolgere la politica, l’industria e i cittadini. Solo un impegno collettivo può garantire soluzioni sostenibili ed equilibrate per tutti, a beneficio non solo dell’Italia, ma del mondo intero.
Articolo a cura di Giulia Buonomini e Caterina Fiorucci