domenica, 24 Settembre 2023

Biodiversità marina, il tesoro degli oceani

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È ovunque online la notizia che sabato sera è stato firmato uno storico accordo fra i Paesi dell’ONU per rendere aree protette il 30% delle acque internazionali in mare aperto, entro il 2030. L’accordo, ancora in bozza, mira a tutelare la biodiversità marina a rischio.

Per biodiversità marina si intende la varietà di vita presente negli ambienti marini, che comprendono gli organismi che vivono nell’acqua salata dei mari, degli oceani e delle zone costiere. Questa diversità biologica comprende molte forme di vita, come i pesci, i molluschi, i crostacei, i coralli, le alghe, le meduse e molte altre specie di piante e animali che abitano gli ambienti marini.

La biodiversità marina è importante per il nostro pianeta per molte ragioni, tra cui il sostentamento umano, la regolazione del clima e la conservazione degli ecosistemi. Gli oceani forniscono una fonte di cibo per molte persone in tutto il mondo e sono anche un importante regolatore del clima globale, in quanto assorbono grandi quantità di anidride carbonica dall’atmosfera. La biodiversità marina aiuta anche a mantenere l’equilibrio degli ecosistemi marini e a preservare la salute dell’ambiente marino nel suo complesso.

Perché tutelare la biodiversità…

La tutela della biodiversità marina è un obiettivo importante per molti paesi e organizzazioni internazionali. È infatti a rischio a causa di una serie di fattori legati all’attività umana. La pesca eccessiva è una delle principali minacce alla biodiversità marina. La pesca non regolamentata o non sostenibile può portare alla diminuzione delle popolazioni di specie ittiche, alla distruzione degli habitat marini e all’alterazione degli ecosistemi. Anche l’ingresso di sostanze tossiche negli oceani, come petrolio, pesticidi e rifiuti, può causare danni diretti alle specie marine e ai loro habitat. Annoverabile fra le attività umane, o meglio, fra gli effetti delle attività umane, anche il cambiamento climatico, che altera l’ambiente marino. L’aumento della temperatura dell’acqua, l’acidificazione degli oceani e il cambiamento delle correnti marine possono infatti avere effetti negativi sulla biodiversità marina.

Ovviamente, fra le cause della perdita di biodiversità si conta anche la distruzione degli habitat marini, tra cui le barriere coralline, le mangrovie e le praterie di alghe, nonché altre attività antropiche come l’urbanizzazione costiera, la costruzione di infrastrutture e lo sviluppo di attività industriali

… e come farlo

La protezione della biodiversità marina è fondamentale per la sostenibilità del nostro pianeta e per garantire la sopravvivenza delle specie marine e degli ecosistemi marini.

Uno dei modi per farlo è la designazione di aree marine protette – come appunto prevede l’accordo dell’ONU – in cui l’attività umana è limitata o vietata per proteggere gli ecosistemi marini. Queste aree sono gestite da organizzazioni governative o non governative, e possono includere parchi marini, riserve marine, santuari marini, e altre zone protette. Inoltre, molti Paesi hanno introdotto leggi e regolamentazioni per limitare la pesca eccessiva e prevenire la cattura di specie protette o vulnerabili.

La raccolta di dati scientifici sulla biodiversità marina e sulle attività umane che la influenzano è fondamentale per la protezione degli ecosistemi marini. Questo aiuta a identificare le specie che sono più vulnerabili e a sviluppare strategie di conservazione mirate. Anche l’educazione e la sensibilizzazione sono utili per aumentare la consapevolezza sulla conservazione della biodiversità marina e promuovere comportamenti sostenibili. Ciò può includere programmi educativi nelle scuole, campagne di sensibilizzazione pubblica e l’informazione sui problemi ambientali nei media.

La protezione degli ecosistemi marini e della loro diversità biologica è fondamentale per la sostenibilità del nostro pianeta e per le generazioni future.

Articolo a cura di Olga Mirto

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