Cosa può nascere dal connubio tra l’informatica e la meccanica quantistica è materia da addetti ai lavori. Per noi è sufficiente sapere che la velocità di calcolo aumenterebbe in maniera esponenziale con rilevanti applicazioni pratiche. Per la prima volta si parla di un arco temporale breve, circa cinque anni, per iniziare a vedere concretamente gli sviluppi di queste ricerche.
È certo che i tempi saranno brevi Todd Holmdahl, capo del Quantum Team alla Microsoft, che secondo quanto riporta il Financial Times, parla della possibilità di risolvere problemi prima non superabili. Il celebre giornale economico-finanziario lo scorso 28 gennaio ha dedicato addirittura un articolo ai passi avanti compiuti proprio da Microsoft e da Google nella meccanica quantistica. Siamo davvero vicini a una tecnologia rivoluzionaria? Per il responsabile di Intel Labs Mike Mayberry non è così, intanto Microsoft sta guadagnando terreno.
Sembra che siano stati già progettati gli elementi costitutivi di base delle macchine che sfruttano la meccanica quantistica. La materia è complessa per chi non ha dimestichezza con il settore, alcuni problemi che i ricercatori di fisica e di informatica hanno dovuto affrontare in questi anni, sembrano generati dalla fervida fantasia di uno sceneggiatore di telefilm di fantascienza. Semplificando possiamo dire che quando la materia viene suddivisa in particelle molto più piccole degli elettroni, le informazioni che se ne ricavano sono volatili. I nuovi strumenti su cui si sta lavorando sono in grado di raccogliere in più parti queste informazioni in modo da averne traccia non solo per una frazione di secondo.
Il calcolo quantistico risale al 1982 e alle ricerche di Richard Feynman, l’idea di unire informatica e meccanica quantistica si deve al matematico Peter Shor, le prime macchine furono costruite nel 2011 dalla canadese DWave. Poi nel maggio 2016 e nell’aprile 2017 Ibm e Google hanno rivelato di aver fatto passi da gigante nel settore. In particolare lo scorso novembre proprio Ibm ha affermato di aver progettato un processore 50-qubit, dove il qubit è la componente elementare di base delle macchine quantistiche.
Analoghi sviluppi sono stati fatti anche dalla società di Mountain View. Quando vengono fatte delle ricerche, come ricorda lo stesso Financial Times, è necessario superare una serie di valutazioni e approvazioni da parte del mondo scientifico prima delle pubblicazioni e dei successivi utilizzi. Ad ogni modo, quello che è certo è che stata abbattuta un’altra barriera grazie alla tecnologia e Microsoft e Google sono già ai nastri di partenza per quella che è l’ennesima grande corsa delle aziende tecnologiche.
di Giusy Russo
Applicare la teoria dei quanti alla progettazione di hardware: una tecnologia rivoluzionaria sempre più vicina