“Il Piano Industria 4.0 disegna una strategia che, dopo decenni di interventi più settoriali nel settore produttivo, riporta in auge il concetto di politica industriale a livello nazionale”.
Lo ha detto in commissione Attività produttive di Montecitorio il sottosegretario al ministero dello Sviluppo economico Antonello Giacomelli, rispondendo all’interrogazione presentata da Lara Ricciatti (MDP) sull’impatto del Piano Industria 4.0 sui territori italiani. Nell’atto di sindacato ispettivo la deputata ha ricordato uno studio recente condotto da Svimez che prefigura alcune ricadute diseguali del Piano tra il Nord e il Sud del Paese.
In merito, Giacomelli ha chiarito che il sistema industriale italiano, come quasi tutti i sistemi dei Paesi occidentali, è diviso in due: c’è una parte che funziona e un’altra che ci prova. “Come più volte si è avuto modo di ribadire, oramai nel mondo ci sono due fenomeni molto forti e divisivi, l’innovazione tecnologica e la globalizzazione”.
Sul rapporto Svimez, il rappresentante del dicastero ha sostenuto invece che il Meridione ha costituito una delle priorità degli interventi di sostegno economico portati avanti dal Governo, al fine di contenere il gap esistente fra il Centro-Nord e il Sud del Paese.
Tra gli strumenti a favore delle imprese, è stato ricordato il credito d’imposta sugli investimenti che, peraltro, ha recentemente registrato alcune modifiche, stabilendo delle intensità di aiuto più elevate. In particolare, il decreto-legge Sud amplia l’aumento delle aliquote applicate al credito d’imposta per i beni strumentali, nonché i criteri di accesso. Quindi per le grandi aziende, si è passati dal 10 per cento al 25 per cento; per le medie imprese dal 15 per cento al 35 per cento e per le piccole imprese dal 20 per cento al 45 per cento. L’agevolazione consiste nel riconoscimento di un credito d’imposta, da utilizzare per l’acquisto di beni strumentali nuovi, effettuati tra il 2016 e il 2019.
Invece i costi ammissibili per ciascun progetto d’investimento passano da 1,5 a 3 milioni di euro per le piccole imprese, da 5 a 10 milioni di euro per le medie imprese, mentre resta invariato a 15 milioni di euro per le grandi imprese.
“Esistendo già una misura dettagliata e adeguata alle piccole imprese diffuse sul territorio del Mezzogiorno – ha concluso Giacomelli -, cumulabile al superammortamento previsto dal Piano 4.0, non appare necessario implementare il Piano Industria 4.0”.