Articolo di Bernard Marr, Forbes
Traduzione di Flavia Stefanelli
Sapevi che gli scienziati hanno identificato solo 1,5 milioni di specie sui 10 milioni stimati sulla Terra? E molte di queste specie sono vulnerabili all’estinzione. Grazie agli sforzi dell’organizzazione no-profit Wild Me, con il compito gigantesco della conservazione della fauna selvatica è stato ottenuto l’aiuto necessario dai cittadini e scienziati che fotografano e filmano la fauna selvatica quando sono in viaggio per il mondo, oltre a soluzioni high-tech come il cloud computing, artificiale intelligenza e visione artificiale.
Creazione di set di dati collaborativi
Per compiere i progressi necessari nella conservazione della fauna selvatica, inizierà l’estrazione di dati personali per unirli a set di dati collaborativi. Questo è esattamente ciò che Wild Me e la sua piattaforma Wildbook possono fare. Lo sforzo umano necessario per selezionare e classificare immagini e video di ogni animale richiede un tempo proibitivo. Con il cloud computing e l’intelligenza artificiale, non solo migliora la precisione, ma si riduce il tempo di identificazione dei singoli animali da ore a secondi quando a lavorare sono le macchine.
Una volta che l’animale specifico è stato identificato dalla macchina, analizzando i suoi segni unici, comprese strisce, macchie e altre caratteristiche fisiche che lo definiscono come cicatrici, la posizione, l’ora e la data dell’immagine vengono registrate. Nel tempo, i particolari per ogni animale continuano a crescere man mano che sempre più scienziati e ricercatori aggiungono al catalogo immagini. I dati raccolti su ogni animale possono essere utilizzati dagli esperti di fauna selvatica per monitorare la salute, la migrazione e altri fatti importanti di una specie. Gli scienziati possono utilizzare queste informazioni sulla specie insieme ai dati climatici, geografici, comportamentali e ambientali per comprendere meglio i problemi ecologici e di conservazione che devono affrontare.
Wild Me è iniziato seguendo le tracce degli squali balena, un progetto lanciato nel 2003 dopo che Jason Holmberg, direttore dell’ingegneria di Wild Me e capo architetto dell’informazione di Wildbook, è andato a fare immersioni e ha visto il suo primo squalo balena. Dopo quel primo incontro, si è unito a una spedizione di ricerca e ha appreso come venivano tracciati gli squali balena, utilizzando etichette di plastica. Sfortunatamente, queste etichette di plastica sono state ritrovate raramente, rendendo quindi quasi impossibile raccogliere dati sufficienti su ogni singolo animale.
Holmberg credeva che ci fosse un modo più efficace per rintracciare gli animali utilizzando l?intelligenza artificiale. Ha deciso di sviluppare l’algoritmo e la piattaforma per fare proprio questo. Wild Me e Wildbook sono il risultato.
Oggi, Wild Me utilizza algoritmi di intelligenza artificiale per identificare gli squali balena in base ai loro segni unici dalle foto scattate in tutto il mondo da tour operator, turisti e ricercatori. Hanno taggato più di 8.100 squali balena dall’inizio del progetto, grazie ai contributi dei cittadini e scienziati. Il successo di questo database ha spinto molti altri ricercatori a realizzare il potenziale del modello cittadino-scienziato per i loro sforzi di conservazione, inclusi progetti incentrati su zebre, balene megattere, squali dai denti laceri, orsi polari e altro ancora. Wild Me ha reso la sua piattaforma Wildbook open source per consentire ad altri di utilizzare questo monitoraggio non invasivo delle specie.
Per rendere la piattaforma Wildbook più attrezzata per registrare e gestire molte altre specie in via di estinzione, Wild Me sta lavorando con Microsoft e il suo programma AI for Earth. Ora che Wild Me e Microsoft stanno collaborando, hanno grandi ambizioni che potrebbero includere l’espansione degli strumenti di intelligenza artificiale a molte più specie e il lancio di un tweet bot. Un agente intelligente tagga già “squalo balena” sui video di YouTube utilizzando l’apprendimento automatico e l’elaborazione del linguaggio naturale per leggere la descrizione del video e determinare se la descrizione del video include informazioni sull’animale.
Entro il 2100, il 38 per cento di tutte le specie sarà estinto senza alcuna azione o intervento. Le intuizioni dai dati e la potenza di elaborazione fornita con il cloud e l’intelligenza artificiale possono essere fondamentali per comprendere il problema e per prevenire l’estinzione. Questi sforzi sono sicuramente sensibili al tempo, quindi qualsiasi tecnologia in grado di accelerare gli sforzi è necessaria. La bellezza di Wild Me e dei suoi sforzi è la combinazione di cittadini e scienziati che partecipano per inviare i dati, le immagini e i video necessari alle macchine per fornire approfondimenti sulla conservazione della fauna selvatica. Il pubblico ha anche la capacità di seguire i propri animali preferiti e di contribuire allo sforzo di conservazione globale.
Non c’è dubbio che le innovazioni di Wild Me abbiano rivoluzionato l’identificazione degli animali. È un esempio spettacolare di ciò che può succedere quando uomini e macchine uniscono gli sforzi per il bene superiore.