Facebook oscilla tra l’essere una piattaforma di distribuzione editoriale e un social network in grado di favorire le interazioni tra gli utenti, che lo consultano da un lato per essere aggiornati e informati, dall’altro per restare in contatto con amici, colleghi e familiari. A Menlo Park pare non vogliano rinunciare a nessuna delle due peculiarità e di tanto in tanto vengono annunciati cambiamenti e test per capire in quale direzione procedere sotto entrambi i punti di vista.
A inizio anno, ad esempio, è stato ricordato che lo scopo della piattaforma resta quello di avvicinare le persone e costruire relazioni più forti. Per questo motivo è stato dichiarato di voler dare priorità a contenuti in grado di stimolare scambi e conversazioni; e anche gli aggiornamenti che vediamo, sono in sostanza determinati in base alle reazioni, ai like e ai commenti. I post inseriti per primi potrebbero essere quelli di persone per i quali amici e familiari hanno mostrato apprezzamento, oppure articoli o video con più commenti o reazioni.
Naturalmente questo cambiamento penalizza le pagine pubbliche, soprattutto se i contenuti di queste ultime generano poca interazione. Gli utenti particolarmente interessati a seguire una pagina pubblica ora devono modificare le impostazioni e spuntare la casella “mostra per primi.” Questo cambiamento apparentemente piccolo ha riguardato tutti gli iscritti a Facebook, ma ce n’è un altro che è stato ben più radicale e ha riguardato solo gli utenti di alcuni Paesi in una sorta di test. Dallo scorso ottobre infatti, in sei Stati (Sri Lanka, Guatemala, Bolivia, Cambogia, Serbia e Slovacchia), sono state addirittura messe a disposizione due News Feed, una con gli aggiornamenti dei propri contatti, amici e familiari e l’altra, chiamato Explore, con quelli delle pagine pubbliche.
La prima naturalmente aveva priorità. Il test era stato accolto da subito con profondo scetticismo. Come ricorda il Guardian, il giornalista slovacco Filip Struhárik a dicembre aveva dimostrato con i dati di CrowdTangle che con le due News Feed, venivano paradossalmente danneggiate le notizie diffuse dai giornali piuttosto che le fake news e temeva quindi per le conseguenze sul giornalismo. Il test non a caso, era stato definito da molti orwelliano.
Immaginare che Facebook proceda senza avere dei feedback è impossibile e infatti, nei mesi successivi sono stati condotti dei sondaggi dai quali è emerso che secondo gli utenti queste modifiche non sono state comunicate in modo chiaro, e soprattutto che leggere in via prioritaria i post di amici e familiari in realtà non aiuta le interazioni. Inoltre, per molte persone risulta anche difficile trovare le informazioni che cercano. Ieri quindi, Adam Mosseri ha annunciato la fine dell’Explore Feed Test.
Il responsabile della News Feed non ha usato mezzi termini per ammettere l’errore e dire che l’esperimento è terminato. Inoltre è stato anche detto che probabilmente verrà interrotta anche l’opzione Explore con cui agli utenti a livello globale viene data la possibilità di capire cosa circola su Facebook, allo scopo di far seguire ulteriori pagine. Anche in questo caso la scelta non pare essere stata efficace perché non è stato affatto dimostrato che si tratta di un modo per far scoprire contenuti nuovi.
Facebook dunque procede per tentativi, suppone, elabora e, mentre decide se avere una natura editoriale o continuare a essere un potente social network, noi tutti ci sentiamo parte di un enorme esperimento continuo.
di Giusy Russo
Mentre a Menlo Park decidono se avere una natura editoriale o continuare a essere un potente social network, noi tutti ci sentiamo parte di un enorme esperimento continuo.