Il ministero dello Sviluppo economico è impegnato a semplificare alcuni procedimenti per l’accesso agli incentivi per la promozione dell’energia da fonti rinnovabili ed evitare anche i ritardi nel collegamento degli impianti alla rete elettrica.
Sono questi i prossimi passi del dicastero esposti dal sottosegretario al MIT, Umberto Del Basso De Caro, rispondendo nell’Aula di Montecitorio all’interrogazione presentata dal deputato Cosimo Latronico (COR) sulle norme che disciplinano la promozione delle energie rinnovabili.
Il sottosegretario ha chiarito che la proposta di Strategia Energetica Nazionale (SEN) – attualmente in consultazione pubblica fino al prossimo 31 agosto – prevede di facilitare questi aspetti, a cui potrebbero concorrere anche i produttori, ad esempio con un approccio che utilizzi in maniera più ampia il dibattito pubblico.
Tra le difficoltà segnalate dall’interrogante, c’è il rischio per gli impianti con potenza fino a 5 megawatt (in particolare per i minieolici) di non beneficiare degli incentivi previsti nel decreto del MISE del 2012, che prevede l’entrata in esercizio delle strutture entro lo scorso 29 giugno, danneggiando una vasta platea di piccoli investitori.
Sul punto, il rappresentante del dicastero ha chiarito che “l’ordinamento prevede molteplici garanzie per evitare i ritardi nella conclusione delle procedure amministrative, tra cui il risarcimento del danno, che è onere dell’operatore attivare”. Anche le regole dell’Autorità per l’energia elettrica il gas e il sistema idrico sulle connessioni prevedono indennizzi a favore degli operatori, se i ritardi sono imputabili ai gestori di rete.
Il sistema quindi fornirebbe una tutela agli operatori: “Un’eventuale proroga comporterebbe un aggravio delle tariffe elettriche a carico di famiglie ed imprese, e rischierebbe inoltre di far rientrare nel sistema di incentivazione più vantaggioso anche impianti che ad oggi non ne beneficerebbero”, ha detto Del Basso De Caro.
Quanto al decreto del MISE del 23 giugno 2016 – che per Latronico lascerebbe dei dubbi interpretativi – è stato approvato come compatibile con le regole sugli aiuti di Stato. “Ogni modifica del decreto, soprattutto se riguardante la proroga di un livello di incentivazione stabilita da un pregresso e più favorevole regime di sostegno, dovrebbe quindi essere sottoposto alle valutazioni della Commissione; con un esito del tutto incerto anche sotto il profilo dell’intensità dell’aiuto”. Infatti le norme europee prevedono che dal 1° gennaio 2017 gli impianti di potenza superiore ad 1 megawatt, con la sola eccezione dell’eolico, possono accedere agli incentivi solo con il meccanismo delle aste, mentre il decreto ministeriale 23 giugno 2016 ha previsto le procedure di registro per gli impianti fino a 5 megawatt.